Roma, buona la decima
Mettiamola così: non era ancora partita la Festa che già un film era saltato. Maschere che si dileguano, nessun avviso e gente in coda: poi dopo un quarto d'ora si scopre che la pellicola non era mai arrivata. Pazienza. Il giorno dopo però va peggio: la maschera ti ferma perché hai la borsa come altri 300 che però passano. Provi a capire cos'è questa novità ma lui ti stronca subito: "Non cominciamo". Ma non cominciamo a fare che? Pero' c'è una buona notizia: ossia che quelle brutte finiscono qui. Al di là di qualche disguido organizzativo, infatti, i film stavolta alla Festa del cinema di Roma sono belli davvero. E da queste parti è un po' una notizia. È buono Truth , inchiesta giornalistica (da storia vera) che si trasforma in film sulla caduta (degli dei?): bello scontro tra media e potere tra ingerenze e manipolazioni con una Blanchett bravissima. Poi occhio a Room , madre e figlio prigionieri in una stanza: la' dove la scoperta del mondo è la metafora dello chic della nascita. Tre atti, per un dramma psicologico che si muove nel mito della caverna di Platone. È il film che ha vinto a Toronto: e si è preso dei begli applausi anche qui. Tra i promossi pure il doc sulla musica indiana di PT Anderson (col chitarrista dei Radiohead) Junun e soprattutto The whispering star , la stella dei sussurri del giapponese Sion Sono: bellissimo fanta vintage dove un'umanita' alla fine vive solo del privilegio dell'attesa e dei ricordi.