Il pagellone della Festa di Roma: top e flop dell'undicesima edizione

La Festa è finita, ora bisogna pure sparecchiare e mettere a posto: ma quali sono i top e i flop dell'undicesima edizione della kermesse della capitale? Ecco i nostri voti.

MANCHESTER BY THE SEA

Gran film dolente, untoccante coming home tra sopravvissuti a tutto e macchie umane che non si possono mondare. Scritto molto bene, senza pause, tragico eppure capace di (salvifica?) ironia. Con un Casey Affleck gigantesco, che lavora tutto in sottrazione

Voto: 8

MOONLIGHT

Negli Usa sono convinti che sarà la sorpresa degli Oscar: un viaggio, intre atti, alla scoperta di sè. Film empatico, con cose molto belle anche nelle sequenze più dolorose: una storia di emancipazione che più che una storia porta sullo schermo un'anima.

Voto: 7+

SNOWDEN

Stone non è tipo da sfumature: o bianco o nero, prendere o lasciare. Però, se ideologicamente qualche dubbio lo fa venire, il suo resta un cinema potente e appassionato, scomodo e antipatico. E questo è decisamente il migliore dei suoi film da un po' a questa parte.

Voto: 7

SOLE CUORE AMORE

Di crisi si muore. E di fatica pure. ma le vite parallele di Vicari sprofondano tra dialoghi improbabili, personaggi quasi mai interessanti e un invadente sottofondo jazz. Disagio sullo schermo: ma anche fuori.

Voto: 4,5

THE BIRTH OF A NATION

Il vincitore del Sundance è brutale e sin troppo classico: nella storia vera della rivolta degli schiavi neri d'America un film scontato che rimanda a <Braveheart> e <Spartaco>. E che appare inutile o in ritardo dopo <12 anni schiavo>.

Voto: 5,5

LA FILLE DE BREST

Davide è una pneumologa bretone, entusiasta e determinata madre di 4 figli: Golia invece un colosso che nega l'evidenza, casa farmaceutica che sacrifica la vita (degli altri) al profitto. Storia vera ed esito scontato, ma la denuncia arriva intatta.

Voto: 6,5

DENIAL

L'Olocausto alla sbarra: uno dei più clamorosi processi di tutti i tempi riletto con puntigliosa verità storica. Ma senza grande profondità, a dire il vero: meglio gli attori che non la presentazione(troppo convenzionale) dei fatti.

Voto: 5,5

SING STREET

Un film happysad come le canzoni dei Cure, piccolo e riuscitissimo: una commedia dall'anima di vinile neoromantica e vintage che celebra un gruppo di absolute beginners desiderosi se non di fare la differenza di essere almeno differenti. Una ventata d'aria fresca.

Voto: 7,5

THE ACCOUNTANT

Rainman? E' Clark Kent. Genio autistico lavora come contabile per la criminalità organizzata: ma se fatto arrabbiare ne fa fuori anche sette da solo... Un thriller di solida regia, ma con più di qualche volo pindarico in fase di sceneggiatura. Ben Aìffleck è rigido come un'asse da stiro.

Voto: 5.5

THE HOLLARS

Altro ritorno al paesello: questo però in versione ironica, anche se l'incipit è da <Invasioni barbariche>. Film stra indie, che è come se l'avessi visto mille volte: però funziona. Merito di un certo brio e di una leggerezza che sa essere dolce.

Voto: 6

7 MINUTI

Se ti limiti al trailer ti aspetti di peggio: invece Placido non sfigura in questa storia emblematica del tempo della crisi. Peccato che lo schema sia troppo simile a quello de <La parola ai giurati> e che non sempre il regista mantenga la misura. Ma la Mannoia è una bella sorpresa.

Voto: 5,5

LA ULTIMA TARDE

Questo film? Vale un Perù. Il Sudamerica continua a dare lezioni a tutti: anche con questa storia a due voci dove un marito e una moglie si rivedono dopo 19 anni. Ex terroristi, in poche ore fanno il pieno di ricordi e rimpianti. Una dolorosa resa dei conti. con due interpreti inediti e bravissimi.

Voto: 8

FLORENCE

Coraggio e dedizione della cantante più stonata della storia: che non sapeva di esserlo. Bella confezione, ma arrivare dopo <Marguerite>  è un peccato mortale: anche se a prendere stecche formidabili è la portentosa Meryl Streep.

Voto: 5,5

AFTERIMAGE

Ritratto del genio schiacciato dal potere: l'urlo strozzato della libertà artistica nella Polonia del regime comunista. L'ultimo Wajda guarda al cinema politico: ma il suo è anche un film testamento dove (ri)scrivere la teoria della visione.

Voto: 6,5

CAPTAIN FANTASTIC

La bizzarra, audace, anticonformista e anticapitalista commedia no global che ha vinto il premio del pubblico alla Festa: un divertenteon the road emotivo che riflette, non banalmente, sull'utopia anticonsumistica. Un film, in tutti i sensi, fuori dal coro.

Voto: 7,5

 

 

 

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