Visages Villages: l'umanissima bellezza di un film che fa bene all'anima
Questo è un film che vi farà bene: al cuore, alla pressione. E anche all'anima. Vi farà sentire meglio: più leggeri, più felici, forse anche più liberi. Perché è un film generoso, <Visages Villages>, disinteressato, pieno di improvvisa (e a volte imprevedibile) umanità: un anti depressivo naturale, un film (bio)etico e privo di additivi che con sguardo orizzontale e realmente partecipato si mischia alla gente comune abbracciandone la non consunta dignità per cogliere di quei tutti e di quei nessuno - in una società che li ha dimenticati o forse mai compresi - l'autentica, gigantesca, grandezza.
E' il frutto della collaborazione tra una regista outsider quasi 90enne dal bizzarro parrucchiere e un fotografo hipster di anni 35 che non si separa mai dai suoi occhiali da sole, il documentario (ma non gli si rende giustizia a definirlo così) più bello dell'anno: un viaggio nella Francia rurale, tra i nascondigli della poesia e della bellezza. Quello che fanno, a bordo di una macchina fotografica con le ruote, Agnès Varda, fresca di Oscar alla carriera, e JR, geniale street artist famoso per le sue immagini in bianco e nero grandi come palazzi. Mossa dall'entusiasmo e dal caso (<il migliore dei miei assistenti>, dice lei), la strana coppia vaga, con commozione e ironia, per incontrare l'ultima abitante di un paese di minatori, ex operai, bariste dal sorriso contagioso: volti (e villaggi) da trasformare in ritratti di enorme attualità, da rendere unici come quelle case e quei muri che li ospitano.
Scorci usciti per sempre dall'anonimato che costellano un film di una bellezza incapace di offendere, perché condivisa, vitale, piena di grazia. Non lo sapete e forse nessuno ve lo dirà: ma di <Visages villages> non potete fare a meno.