Remember: il thriller coi capelli bianchi che ricorda con rabbia
Ricorda con rabbia. E' pensato come il più classico dei revenge movie (i film sulla vendetta), ma - in un mondo di fantasmi dove l'unico vero nemico è l'oblio -, usa il cinema di genere per riflettere sul dovere e sull'obbligo della memoria, sulla necessità che quello che è stato non svanisca nelle pieghe profonde dei <non so> e dei <non ricordo>.
Sparge il presente di interrogativi etici, senza usare troppo sfumature, ma mettendosi in viaggio su una strada accidentata, costellata da odio e compassione, <Remember> (un titolo che è un imperativo), il film con cui il canadese di origine armena Atom Egoyan riapre la ferita indelebile dell'Olocausto in un percorso (anche interiore) dove non c'è condanna peggiore di quella di vivere nella menzogna. Magari finendo col credere che sia la verità.
Un anziano sopravvissuto ai campi di concentramento, dopo la morte della moglie scappa dalla casa di riposo per realizzare, istigato da un amico, un ultimo <desiderio>: uccidere l'aguzzino nazista che ad Auschwitz sterminò le loro famiglie...
Dopo molte prove appannate, Egoyan, pure restando lontano dalle sottigliezze narrative di film come <Exotica> e <Il dolce domani>, realizza con rigore (partendo là dove cominciava anche <This must be the place> di Sorrentino) un convenzionale ma teso thriller coi capelli bianchi, che ha la sua maggiore singolarità nell'offrire il ruolo del killer vendicatore a un ottuagenario afflitto da demenza senile, confuso e malandato, con tutti i limiti (e gli ostacoli) a cui l'età lo mette davanti.
Forte di un gran finale a sorpresa, il film si aggira nelle stanze buie dell'imperdonabile, in cui ancora sopravvive l'orrore e si conservano i germi maledetti dell'antisemitismo, lasciando che un monumentale Christopher Plummer (86 anni e non sentirli) si carichi sulle spalle tutto il peso di un passato che, inesorabile, torna.