Sing street, non sono solo canzonette
E' un film <happysad>, felice-triste come una canzone dei Cure (ma ambientato al tempo in cui le ragazzine impazzivano per Spandau e Duran Duran...), una commedia irish dall'anima di vinile, divertente e piena di vita, spigliata, neoromantica e deliziosamente vintage, <Sing Street>: una bella sorpresa che ti prende e ti porta via, tra capelli bicolori e apparecchi per i denti, sigarette fumate di nascosto in bagno, videoclip artigianali e genitori perennemente improbabili che frequentano corsi per smettere di picchiare i vicini... Quando c'era ancora tempo e voglia di sognare e la tipa all'angolo ti spezzava il cuore: ma a volte sapeva essere dolce come una ballata unplugged.
Ritratto anticonformista e brillantissimo di una generazione che non voleva guardarsi indietro né lasciare le cose a metà, <Sing Street> , diretto dal John Carney di <Once> (già bassista dei <Frames>), è una commedia musicale di grande energia che celebra un manipolo di piccoli eroi impacciati, absolute beginners desiderosi se non di fare la differenza di essere almeno differenti. Studenti come Conor, front man (anzi, boy) di una band di Dublino che prova a sfondare con la musica per fuggire da una realtà opaca. Ma soprattutto per conquistare la bella Raphina...
Brani famosi (dai Jam a Hall & Oates, passando per Adam Levine che al film ha regalato la sua <Go now>) e altri inediti (ma <alla maniera di>...) si alternano risvegliando una bella aria anni '80 in un film diretto e fresco che guarda a <The commitments> (ma in versione adolescenziale), affrontando lo schermo con uno spirito ribelle degno dei Green day: fidatevi, non sono solo canzonette.