Jurassic World: come ti faccio riesplodere la dinomania
Questo film ha un merito: e non è roba da poco. Anche se te ne accorgi quando le luci sono già accese. Perché è allora che istintivamente ti volti indietro: così, per controllare che non si sa mai ti inseguano due velociraptor. La stessa sensazione di quando poi una volta a casa ti guardi bene in giro: metti che al posto del frigo ci trovi un Tyrannosaurus Rex... Perché sì, una cosa va detta di <Jurassic World>: per quanto non vada oltre 2-3 concetti base della buona vecchia cara <operazione sopravvivere>, non c'è dubbio che il suo sporco lavoro – tra effettoni speciali, fughe a gambe levate e qualche salutare sobbalzo sulla poltrona - lo faccia eccome.
Quarta sfida lanciata al mercato da uno dei <brand> cinematografici più amati degli ultimi anni, il kolossal ultra familista del carneade Colin Trevorrow riaccende l'orgoglio giurassico rendendo omaggio a piene mani al capostipite della serie (il <Jurassic Park> di Spielberg: sono passati 22 anni, ma pare un'era geologica), con cui è geneticamente compatibile oltre che diretto discendente: con la differenza però che qui ci sono <più denti>, il digitale (allora agli albori) impera sovrano (non c'è più bisogno di costruire a grandezza naturale un T-Rex: peccato...) e si fa di tutto (e a volte di troppo) pur di incrementare il fattore <wow>. Insomma, avete capito: un mix di avventura, adrenalina, paura, animalismo, cinema per tutti e popcorn movie fracassone che per il suo scopo (divertire, fare soldi e costruire solide basi per qualche altro sequel) è anche piuttosto efficace, anche se, tra scienziati pazzi (o meglio senza scrupoli) e fanatismi militareschi, non è certo per la sceneggiatura che si paga il biglietto.
Treverrow – nel raccontare la furia di un mostro creato in laboratorio che rischia di fare strage dei visitatori di un parco di dinosauri - ci mette l'entusiasmo di un ragazzino (quello di lui, 15enne, travolto dallo stupore alla prima del film di Spielberg) e una provocazione niente male (rilanciare la <dinomania> con un film dove critica i protagonisti che vogliono fare la medesima cosa...), ma il catastrofico (che in questo caso fa sempre molto <Godzilla>) gli prende un po' la mano nella seconda parte. Se l'eroe della situazione, Chris Pratt (<I guardiani della galassia>), infine, studia da Indiana Jones, lo spettacolo (favoloso l'attacco <aereo>) è comunque sempre garantito: come dice l'adagio, chi si accontenta, anche in questo caso, gode.