Genius, così nasce un best seller
Uno è uno scrittore chiassoso e straripante, che nessuno voleva pubblicare e che molto tempo la sua morte fu fonte importante di ispirazione persino per la Beat generation; l'altro è l'editor che trasformava pietre grezze in diamanti, riconosceva un a un chilometro di distanza un best seller e teneva il cappello pure a cena. Ma i loro nomi, probabilmente, vi diranno poco o niente. Peccato, anche perché Thomas Wolfe, uno dei pilastri della letteratura americana, e Max Perkins, l'uomo che scoprì e lanciò Fitzgerald e Hemingway, avrebbero meritato un film speciale almeno quanto loro. E invece si ritrovano protagonisti della conformista e sin troppo teatrale riflessione sul talento che rievoca - tramite una messa in scena antica e colori autunnali – il loro fortunato, ma burrascoso e contrastato incontro.
Opera prima di un attore televisivo (il 54enne Michael Grandage), <Genius> (definizione che calza a entrambi i fuoriclasse di questa storia, interpretati, con recitazione volutamente antitetica, dal young Pope Jude Law e dal credibile Colin Firth), risulta infatti un po' troppo verboso, classico e corretto per afferrare realmente il demone totalizzante (e dialogico) del processo creativo e letterario. Quello che, a costo di cicatrici indelebili, tramuta un pensiero privo di argini in un capolavoro.