Seven sisters, le 7 gemelle nel mondo dei figli unici
Alec Guinness in <Sangue blu> arrivò addirittura a 8: Totò, nel remake italiano, ne fece 6. Peter Sellers, invece, ne <Il dottor Stranamore>, si fermò a 3. Ma non sta scritto da nessuna parte che la moltiplicazione dei personaggi a cui dà vita uno stesso interprete è direttamente proporzionale all'aumento delle emozioni, dei brividi, delle scosse. Chiedere per conferma all'agguerrita Noomi Rapace che si fa addirittura in 7: prestando un'espressione e una pettinatura diversa alle <Seven sisters> protagoniste del fanta thriller movimentato ma discretamente dozzinale del norvegese Tommy Wirkola. Metafora di un mondo che non sa affrontare il presente e rimanda i problemi a <giorni migliori>, il film, che oltrepassa con baldanzosa ostinazione i limiti della verosimiglianza, immagina un (assai vicino) futuro distopico (tanto per usare un brutto termine abusato) dove come risposta alla sovrappopolazione è vietato fare più di un figlio. Alle 7 gemelle Settman, quindi, non resta che vivere nell'ombra...Se il nocciolo è il pericolo dell'omologazione, le maschere che indossiamo tutti i giorni, cancellando la nostra identità per sacrificare una sempre più labile libertà di espressione, nonché la repressione di Stato contro la natalità, <Seven sisters>, più che all'aspetto politico è però maggiormente interessato a inseguimenti e sparatorie da fumetto. Identiche (proprio come le sorelle protagoniste del film) a mille altre.