Quei tre fratelli nella casa sul mare, reduci di una guerra non ancora persa

 <Ho una strana sensazione: cos'è cambiato>. <Noi>.

Nella Francia con la testa a destra e il cuore a sinistra, dove gli anziani faticano ad accettare il mondo di oggi e i giovani parlano come i padroni, il ritratto, nostalgico e struggente, di tre reduci di una guerra forse non ancora persa che non smettono di  provare a essere giusti in un mondo ingiusto: per ritrovarsi, sul ciglio incerto del cambiamento, a sentirsi nuovamente - e definitivamente - una famiglia.

E' un film cullato dal rumore del mare, bello e tenero nella sua capacità di raccontare  - col realismo umanista e l'empatia tipica del cinema proletario ma non troppo di Robert Guédiguian - insieme alle vite degli altri anche le nostre, <La casa sul mare>, affresco intimo e appassionato di ideali non del tutto consunti.

In un paesino del Sud della Francia, mentre i militari setacciano la costa in cerca di migranti da rispedire a casa loro, tre fratelli accorrono al capezzale del padre...

Pur partito da una situazione non particolarmente inedita, Guédiguian ha tocco e scrittura felice nel riallacciare i fili di un discorso lasciato in sospeso, facendo aderire la sua idea di cinema - dove anche la vita è teatro e non è secondario sapere uscire di scena - a personaggi che guarda con disillusa benevolenza. Tira aria da grande freddo e la parte finale (sentimental-politica) forse è di troppo: ma il cinema della condivisione del regista francese (e dei suoi bravissimi interpreti feticcio) è generoso e accogliente. Un gran bel posto dove stare.

 

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