Spira mirabilis: suoni e meduse di un mondo che rinasce
E' un film dove un bidone che non serve più a nessuno può diventare uno strumento musicale dalle sonorità ancestrali capace di battere al ritmo del cuore di un neonato, dove scienziati appassionati di karaoke cantano (e studiano) la storia di meduse che non conoscono la morte, dove gli indiani che l'uomo bianco voleva spingere a forza fuori dalla Storia continuano a resistere (e a ricordare), dove le statue del Duomo di Milano escono dal loro cimitero di pietra per stagliarsi verso il cielo e fare il solletico all'eternità: è un film così, sensoriale e concettuale, in cui suoni e rumori contano più delle parole, figlio di un cinema per pochi, che obbliga lo spettatore a rifiutare la sua stessa passività, <Spira mirabilis>, il documentario <alto> e affascinante che la 44enne parmigiana Martina Parenti ha girato con il compagno di arte e di vita Massimo D'Anolfi. Lo stesso che stasera (alle 21.15) entrambi gli autori, reduci dalla Mostra del cinema di Venezia (dove il film era in concorso), presenteranno all'Edison, incontrando il pubblico.
Acqua (la medusa), fuoco (gli indiani), terra ( il Duomo), aria (l'hang, una specie di tamburo unico al mondo), più l'etere, la materia delle stelle: dal microscopico al macroscopico, mentre le parole di Borges (recitate da Marina Vlady) risuonano in un cinema fantasma e un filo sottilissimo e (in)visibile lega storie lontane eppure connesse (tra loro e col tutto), tese verso un'immortalità di volta in volta declinata in resistenza, rinascita, rigenerazione.
Un film pieno di rispetto (e di cura, di attenzione) per quello che racconta, <Spira mirabilis>, paziente (come lo sono, nel profondo e in maniera etica nell'attuale società cinetica, anche i suoi protagonisti), il primo italiano in concorso a Venezia: oggetto altro e forse <alieno> dallo sguardo comune che <indaga - spiegano gli autori - la parte migliore degli uomini>. Uomini e donne <che vogliono superarsi, che aspirano – spiega la Parenti (liceo al Romagnosi, prima di trasferirsi a Milano) - a lasciare qualcosa nel tempo, qualcosa di meglio rispetto a chi li ha preceduti>. Cinema di ricerca, figurativamente interessante (nel mettere e nel togliere in quei suoi piani sequenza a camera fissa), che non cerca di compiacere nessuno: e che dopo il confronto con gli spettatori di stasera, sarà passato al vaglio anche dagli studenti delle scuole superiori con cui la Parenti e D'Anolfi, sempre all'Edison, dialogheranno domani mattina.