Nemiche per la pelle, il coraggio di essere madri
<E' il luogo della cura, non della biologia>. Trattasi (ancora) di famiglia, meglio se di fatto e in qualche modo allargata, tema scottante e a volte minato su cui il cinema può permettersi di riflettere anche con ironia, smussando gli angoli della discussione, tra strane combinazioni genitoriali e bizzarri tentativi di affettività. Là dove il desiderio represso di maternità misura le paure e l'inadeguatezza di chi ha sempre creduto (sbagliando) di non avere il coraggio di potere avere un figlio. E di sapersene occupare.
Ci ragiona, usando un lapis a punta tonda, Luca Lucini (il regista garbato di <Tre metri sopra il cielo> e <Amore, bugie e calcetto>) e lo fa con un film teneramente inutile, delicato quanto fragile, dove il contrapporsi di due opposti femminili (mondi ostinatamente antitetici destinati fatalmente a riconoscersi) è il viatico alla scoperta di un altro sé, nella favola imperfetta di un presente confuso dove i castelli incantati hanno lasciato il posto agli attici con vista, e in cui la felicità non ha una formula precisa ma è piuttosto è la somma di incontri improbabili, di alchimie imprevedibili.
Un architetto muore lasciando alla vedova e all'ex moglie (che per ragioni ovvie non si possono vedere) una singolare eredità: il bimbo di sette anni avuto dall'amante cinese. E di cui ora le due donne sono chiamate a prendersi (con disastri prevedibili) cura...
Tutto giocato sulle schermaglie delle due protagoniste – l'una, palazzinara romana, burina, esuberante e volgare, l'altra, psichiatra degli animali, trattenuta, pallida e salutista -, unite da disprezzo reciproco eppure, in nome del bimbo, costrette a stare a galla sulla stessa barca, <Nemiche per la pelle> guarda in parte a <Tre uomini e una culla>, simulando prove tecniche di famiglia nell'interesse di una società già altrove troppo orfana di buon senso.
La commedia però è esile, meccanica: Lucini, che quest'anno nella nostra città ha girato e presentato <Pura passione>, il bel corto della Ringo che ha per protagoniste le ragazze del Parma calcio, è servito con poco estro dal copione della Leondeff e della Manieri. E per quanto la Buy e la Gerini, strana coppia di dive contro che battibeccano con costrutto muovendosi tra le maglie del caricaturale, cerchino di tenere accesa la fiammella, alla fine non è chiaro se è il film a essere stanco oppure