Alessandro e gli altri: la meglio gioventù del cinema italiano
Alessandro e i suoi fratelli: dietro a Borghi, che bacia il David a dedica il premio come migliore attore italiano a Cucchi (e agli esseri umani), si muove e scalpita la meglio gioventù.
In un momento critico per le sale (- 4,98% nel 2018) - vittime di una crisi che coinvolge tutta l'Europa (Gran Bretagna esclusa) - il cinema italiano guadagna consensi (incluse le co-produzioni gli incassi l'anno passato sono saliti del 23,8%) e, soprattutto, cambia pelle: moltissimi infatti gli attori e le attrici sotto i 35 anni che stanno prepotentemente prendendo la scena, imponendosi, spesso e volentieri, in prodotti di qualità. L'indiscusso numero uno di questa nuova ondata che ridisegna i connotati del nostro cinema (e non solo) è sicuramente Alessandro Borghi che, dopo tanta gavetta televisiva, lanciato da «Non essere cattivo», ha dimostrato un'incredibile versatilità, misurandosi con ruoli (e sfumature) molto differenti tra loro (dal disagio periferico del Chicano di «Fortunata» al martirio di Stefano Cucchi, fino al fango di un film-scommessa come «Il primo re»), portando, inoltre, avanti una carriera parallela (e densa di soddisfazioni) nelle serie, mostrando non solo il muso duro della Roma di «Suburra», ma cullando il sogno di una notorietà internazionale grazie a «Devils», girato in inglese.
MARINELLI E COMPAGNIA
A giocarsela con Borghi, a quel livello lì, è per ora solo Luca Marinelli, che con Alessandro è amico e condivide uno dei titoli migliori della carriera di entrambi, «Non essere cattivo», film testamento di Claudio Caligari. Dopo essersi fatto notare con «La solitudine dei numeri primi», Marinelli - premio Schiaretti qualche giorno fa qui a Parma - ha firmato una lunga serie di interpretazioni frastagliate e mai banali, da «Tutti i santi i giorni» a «La grande bellezza», fino al De Andrè televisivo: ma l'abbraccio del grande pubblico arriva con il cattivo de «Lo chiamavano Jeeg Robot».
Dietro, crescono in tanti: penso al Simone Liberati di «Cuori puri» (e de «La profezia dell'armadillo», dove ha rivelato una tenera vena comica) e ai due ragazzi de «La terra dell'abbastanza», Matteo Olivetti e Andrea Carpenzano: lanciatissimo specie quest'ultimo che, appena 24enne, dopo «Tutto quello che vuoi» (dove scopriva la poesia grazie a Montaldo) si prepara a diventare un calciatore ne «Il campione» in cui terrà testa a Stefano Accorsi.
Ma sono molti i nomi da tenere d'occhio: Andrea Lattanzi di «Manuel», film piccolo ma molto apprezzato, al figlio di Castellitto (e della Mazzantini), Pietro, Alessio Lapice (con Borghi ne «Il primo re»). E altri due che fanno (molto) sul serial: Salvatore Esposito, il Genny Savastano di «Gomorra» e Giacomo Ferrara, lo «Spadino» di «Suburra».
RAGAZZE VINCENTI
Attori sì, ma anche (soprattutto?) attrici: il ricambio generazionale del nostro cinema passa anche attraverso a una serie di interpreti agguerritissime che non si fanno mettere i piedi in testa dai colleghi uomini. E restano bene aggrappate al centro dell'inquadratura. A correre verso il successo «Veloce come il vento» è la 23enne Matilda De Angelis che, lanciata da Matteo Rovere, ora si appresta a interpretare la fata Turchina per il «Pinocchio» di Garrone e a girare una mini serie negli States. Chi lavora senza pausa è Ileana Pastorelli, altra scoperta di «Jeeg» e poi molto vista accanto a Verdone e ora nel cast delle «Brave ragazze» dirette dalla Andreozzi. Unico rischio per l'ex gieffina? Essere sempre troppo uguale a se stessa. Attivissima anche un'altra over 30, Greta Scarano, gli occhi segnati e una carriera che si divide tra cinema («Suburra» e «Smetto quando voglio) e parecchia tv. Tra le più interessanti c'è anche «La ragazza del mondo» Sara Serraiocco, classe '90, un'altra che - grazie alle serie («Counterpart» in questo caso) - ha caratura internazionale. Viene dal teatro (anche il nostro Due) e dà l'idea di potere arrivare lontano, Matilde Gioli, attivissima, da “Il capitale umano” a “I moschettieri del re” e poi, l'intensa Linda Caridi di «Ricordi?», mentre stanno sgomitando ma meritano la prima fila anche la Daphne Scoccia vista in «Fiore» di Giovannesi, che la scovò in una trattoria dove faceva la cameriera e Selene Caramazza di «Cuori puri». Discorso a parte per Miriam Leone: ex Miss Italia, ha dimostrato a più riprese di non avere sfondato solo perché bellissima. Credibile sia nella commedia che nel dramma, ha dato il suo meglio nel ruolo di Veronica Castello nelle serie dedicate a Tangentopoli, «1992» e «1993» a cui seguirà a breve «1994». Nel gruppo, infine, anche Valentina Bellè, la Fulvia di «Una questione privata» (e Lucrezia de «I Medici») e Tea Falco, scoperta da Bernardo Bertolucci in «Io e te».
L'UNDER 21
C'è una vera e propria nazionale di giovanissimi che si sta facendo largo nel cinema italiano: formidabili ad esempio «L'amica geniale» Gaia Girace e Francesco Di Napoli de «La paranza dei bambini», 15enni cresciuti all'ombra del Vesuvio. Le «Indivisibili» Angela e Marianna Fontana piacciono (specie quest'ultima, vista anche in «Capri-Revolution») moltissimo, mentre il 21enne Adriano Tardiolo deve dimostrare che non è l'attore di un solo («Lazzaro felice») film. Cosa che è già riuscita a fare Blu Yoshimi, dopo «Piuma» ora sugli schermi con «Likemeback», dove c’è anche la bellissima Denise Tantucci, una delle ragazzine dei “Braccialetti rossi”. Crescono, nelle fila dei govanissimi, anche la 17enne parmigiana Noa Zatta e il 2000 Ludovico Girardello, che hanno diviso il set de «Il ragazzo invisibile 1 e 2». Infine, le lolite di «Baby»: Alice Pagani e Benedetta Porcaroli. La serie sulle studentesse prostitute è piaciuta poco: ma soprattutto Alice - voluta da Sorrentino per «Loro» - può trovare il suo paese delle meraviglie.