La douleur: Duras, Penelope divorata dall’attesa
Come una Penelope divorata dall'attesa, nel piano sfocato di un'epoca dove i contorni hanno smesso di essere nitidi: laggiù, nel chiaroscuro sordo e claustrofobico della propria angoscia, là dove esiste solo lei. E il suo dolore. Ha un rigore implacabile, una verità, una sua <violenza> nel rileggere (a voce alta) le parole della Duras, dense di pena e di colpa, di inquietudine e di oppressione, <La douleur>, il dramma, sofferto, di Emmanuel Finkiel che guarda da vicino la smarrimento straziante della scrittrice nella Francia occupata, priva di notizie (è vivo? E' morto?) del marito deportato in un campo di concentramento.
Costruito bene, tra mille ambiguità, il rapporto tra la protagonista e l'ispettore collaborazionista, in un gioco sottile e pericoloso dove i ruoli sono destinati a confondersi quando non a ribaltarsi, <La douleur>, candidato a 8 César (gli Oscar francesi), è il racconto autobiografico di interiorizzata profondità di chi si sente priva di un posto nel mondo, morta dentro in un Paese che cerca di tornare a vivere. Un film intellettuale e viscerale allo stesso tempo, in cui si staglia l'interpretazione dolente di Mélanie Thierry.