2015, Recensione Filiberto Molossi 2015, Recensione Filiberto Molossi

Freeheld: la battaglia civile del cinema lgbt

E' tempista più che bello, «Freeheld»: arriva nel momento giusto, nel pieno del dibattito, del confronto (spesso acceso, e non solo in Parlamento), sulle unioni civili, tra il ddl Cirinnà e l'ennesimo infortunio di Tavecchio. E parte da una semplice domanda, che galleggia tra le righe: perché le persone «lgbt» (un acronimo che sta per lesbiche, gay, bisessuali e transgender) non dovrebbero avere gli stessi diritti degli altri? Se lo chiede di continuo la piccola (un metro e 55 di star) Ellen Page, l'attrice di «Juno» e di «Inception» che, dopo avere fatto outing, sposa la causa interpretando e soprattutto producendo la storia vera (che aveva già dato vita a un cortometraggio poi premiato con l'Oscar) di Laurel Hester e Stacie Andree. La prima, brillante detective del New Jersey, scopre di essere malata terminale: ma prima di morire si batte sino all'ultimo perché la sua pensione vada alla compagna. Un caso che in America ha fatto scuola. 
Attuale e civile, «Freeheld» (che arriva nelle nostre sale dopo «Io e lei» e prima di «Carol», in una stagione dove il cinema delle donne che amano le donne recita una parte importante) è però diretto in modo ultra convenzionale da Peter Sollett e appare mediocre dal punto di vista drammaturgico per potersi davvero candidare a film-manifesto.
Le interpretazioni sentite delle due protagoniste (la stessa Ellen Page e Julianne Moore) non riescono a togliere alla pellicola - debole rispetto ad altri film dello stesso filone («Philadelphia» su tutti) - una patina da tv-movie. I«Freeheld», per quanto doloroso e commovente, si espone così al rischio del ricatto emotivo puntando a un facile consenso: con una concezione oltretutto vecchia che poco ha in comune con la tradizione (e il coraggio) del grande cinema dei diritti civili.

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Il cinema che verrà: i film da vedere e da evitare (seconda parte)

Proseguiamo con il nostro viaggio nel cinema che verrà: altre dieci case di distribuzione di cui passiamo alla lente i listini. Tra i film da vedere e quelli da evitare...

KOCK MEDIA

Hanno puntato molto sull'estate, dove hanno giocato la carta Babadook, che questa settimana ha battuto Terminator ma non Spy. Il resto però lascia perplessi: Il caso Freddy Heineken, sul rapimento del magnate della birra, è stato maltrattato dalla critica Usa, e la favola musicale Fuori dal coro accolta così così. A livello di incassi potrebbe fare qualche soldo Qualcosa di buono, un Quasi amici in versione femminile, ma il titolo più intrigante sembra essere The green inferno di Eli Roth. Un po' poco

Voto: 5+

Da non perdere: The green inferno di Eli Roth

Da evitare: Il caso Freddy Heineken di Daniel Alfredson

LUCKY RED

Da Cannes sono venuti a casa con Carol (bravi), con Il piccolo principe (bene) ma anche col pacco The sea of trees, il peggior film di Gus Van Sant. Però, ci sono anche la Buy e la Ferilli coppia lesbo di Io e lei, la commedia truffaldina Masterminds e soprattutto Mustang, una specie di vergini suicide turche. Sì insomma: cartellone variegato. Troppo?

Voto: 6,5

Da non perdere: Carol di Todd Haynes

Da evitare: The sea of trees di Gus Van Sant

M2

No escape, Attacco al potere 2, Autobahn, Codice 999: già dai titoli si capisce. E' un listino a tutta manetta, adrenalina e batticuore. Con qualche escursione fantasy (da Fallen a Orgoglio, pregiudizio e zombie) e tanta action, anche di qualità. Ma sa un po' di cinema mordi e fuggi.

Voto: 5,5

Da non perdere: Codice 999 di John Hillcoat

Da evitare: Contagious di Henry Hobson

MEDUSA

Di tutto un po', con un occhio più al portafoglio che non alla qualità: la ciliegina sulla torta è la favola di Spielberg Big friendly giant, ma si pensa a fare cassa con Zalone (esce il primo gennaio), il cinepanettone caraibico e commedie sparse, da Ficarra a Picone al fenomeno tedesco Fuck you prof! Interessante potrebbe essere L'attesa dell'aiuto di Sorrentino, Piero Messina. Mentre il Papa secondo Luchetti è da rischiatutto.

Voto: 6

Da non perdere: Big friendly giant di Steven Spielberg

Da evitare: Vacanze di Natale ai Caraibi di Neri Parenti

MICROCINEMA

Piccole cose, per aprirsi una breccia: 11 donne a Parigi col trio Casta/Paradis/Adjani potrebbe fare proseliti come il cane Giotto che a Natale cercherà di salvare una colonia di pinguini. Curiosità per Hacker e attenzione ma anche un po' di sospetto per il nuovo Calopresti.Infine, l'ennesimo film su Pasolini - con Massimo Ranieri nei panni del poeta - è un rischio mica piccolo.

Voto: 5,5

Da non perdere: 11 donne a Parigi di Audrey Dana

Da evitare: La macchinazione di David Grieco

NOTORIOUS

Zac Efron dj, il sequel di Belle & Sebastien e la commedia all star Let it snow: ma per occupare spazi anche d'estate anche The reach, con Michael Douglas cattivissimo e  il menagramo e stroncatissimo (esce adesso) Left behind. Si dice però - e allora il discorso (e il voto...) cambia - che abbiano in mano anche l'ultimo progetto di Linklater, il regista di Boyhood. Una specie di sequel spirituale, ambientato negli anni '80, de La vita è un sogno, il film che Linklater ha girato prima del successo di Prima dell'alba. 

Voto: 6--

Da non perdere: That's What I'm Talking About di Richard Linklater

Da evitare: Left behind-La profezia di Vic Armstrong

TEODORA

Sanno scegliere, lo sanno fare: e così a Cannes  sono andati sparati su Il figlio di Saul , che è bellissimo, ma anche su Perfect day, tragicommedia nei Balcani divorati dalla guerra con Benicio Del Toro e Tim Robbins parecchio in forma. Royal night poi ha i crismi del carino che può funzionare, mentre l'ultimo Wenders è più di un salto nel buio senza paracadute. Ma occhio perché la vera sorpresa potrebbe essere un'altra: 45 anni, che si riferisce a un anniversario di matrimonio. Tutto è pronto per fare festa; peccato che arriva una lettera per il marito: il corpo del suo primo amore è stato ritrovato, congelato e perfettamente conservato tra i ghiacciai delle Alpi svizzere...

Voto: 7+

Da non perdere: Il figlio di Saul di Laszlo Nemes

Da evitare: Ritorno alla vita di Wim Wenders

UNIVERSAL

Mirano al bersaglio grosso, non c'è che dire: dal prossimo Mission: Impossible ai Minions, conquistando anche la passerella di Venezia, con il film a rischio vertigini che aprirà il Festival, Everest. Mica male: anche perché poi ci devi aggiungere a giorni Ex machina in cui credono tanto (e fanno bene, stando ai critici Usa), il nuovo horror di Guillermo Del Toro, Angelina Jolie che dirige se stessa e il marito Brad Pitt in un film sulla crisi di una coppia e il capitolo finale di Hunger games. No, davvero niente male: anche perché dopo avere visto il trailer dell'ultimo Shyamalan non lascerete mai più i vostri figli dai nonni...

Voto: 7,5

Da non perdere: Everest di Baltasar Kormàkur

Da evitare: Il ragazzo della porta accanto di Rob Cohen

VIDEA

Da Cannes hanno preso Macbeth e Mon roi , non il meglio cioè anche s ele aspettative erano diverse. Però The Program su Lance  Armstrong ha molto per sembrare un bel titolo così come Mr. Holmes, con uno Sherlock vecchio interpretato da Ian McKellen. Il botto lo potrebbero fare con il cinema delle donne, però: Three generations, ad esempio, ma soprattutto Freeheld, con Julianne Moore e Ellen Page coppia lesbo (la prima, poliziotta, sta morendo e insieme lottano perché la seconda possa avere riconosciuta la pensione...), attualissimo drammone tra lacrime e diritti civili.

Voto: 6,5

Da non perdere: The program di Stephen Frears

Da evitare:  nessuno

WARNER BROS

Sono forti e lo sanno: l'evento è ovviamente 007 (già bello assai dal trailer) ma in lista hanno anche l'ultimo di Zemeckis (sul funambolo Petit, la cui storia è già stata portata in scena da un doc magnifico, Man on wire), Woody Allen (buono), Ron Howard che racconta la storia della baleniera che ispirò Moby Dick. E poi Black Mass, che sarà a Venezia, Giallini e Leo in Loro chi? la Streep rockettara per Demme, De Niro stagista settantene. Sì, insomma: belli solidi.

Voto: 7 +

Da non perdere: The walk di Robert Zemeckis

Da evitare: Pixels di Chris Columbus




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