Tornare: la Mezzogiorno in cerca di se stessa
«La memoria si ricorda solo quello che si vuole ricordare». Perché il passato è così: ha la consistenza del fango. È materia molle, rischi, alla lunga, di rimanerci invischiato. Si svela già dal titolo, «Tornare»: che ha dentro il «nostos» greco, che qui è viaggio dentro di sè, come anche il «volver» spagnolo e almodovariano, in quel suo essere cinema del riavvolgersi, del riscoprirsi. Là dove il confronto con gli spettri del passato è inevitabile oltre che necessario, quando quella ragazzina nella foto non sembri più nemmeno tu. Cerca di ridare una forma al suo specchio interiore, andato in frantumi molti anni prima, la protagonista del nuovo film di Cristina Comencini, dramma psico (e auto) analitico tormentato, ma poco spontaneo e fin troppo premeditato: la scontata elaborazione di un trauma rimosso (e di un lutto: la morte dell'innocenza) che sfocia nel giallo esistenziale. Alice torna dopo lungo tempo nella Napoli (velata) degli anni '90, per partecipare al funerale del padre: ma la casa di famiglia e i luoghi della sua infanzia, le risvegliano ricordi che pensava di avere smarrito per sempre... Nelle stanze vuote del labirinto dei giorni perduti, la Comencini celebra l'incontro (rimandato troppe volte) tra una turista malinconica delle sue stesse reminiscenze, ribelle invecchiata ed ex ragazza sbagliata, con la se stessa che fu e in cui ormai fatica a riconoscersi: e sulle strada dissestata del rimosso gira un film borghese, intimo, inquieto. Che dietro (come è chiaro sin da subito) si porta dietro un segreto, un peso, un'ombra. Ma seppure evocativa, la pellicola non è mai particolarmente appassionante, anzi risulta un po' meccanica e non del tutto inedita nel congegno narrativo. Poco aiutata, nella ricerca della verità, anche dagli interpreti: se Giovanna Mezzogiorno sembra avere dissipato nel tempo la sua bellezza e la sua convinzione, Vincenzo Amato è di monocorde ambiguità. L'unica a portare nel film - non solo per l'età - una ventata di freschezza è Beatrice Grannò, bella scoperta appena vista anche nella serie «Doc» dove interpreta la figlia del protagonista Luca Argentero.