E la festa continua! A Marsiglia non è mai troppo tardi per niente
C'è qualcosa che ci riguarda, anzi di più, ci rappresenta nel cinema militante e popolare, solidale e sociale, di Robert Guédiguian, 70enne marsigliese non rassegnato che riempie la vita fino all'orlo e crede ancora fermamente nell'utopia, là dove la commedia umana si affaccia sul Mediterraneo, mai come ora mare nostrum e di tutti quelli che provano ad attraversarlo: è la lezione (tramandata di padre in figlio) della generosità, il privilegio della speranza, una tenerezza senza limiti di tempo che non chiede né necessita della carta d'identità. Qualcosa che, nella serena, quotidiana, resistenza a un mondo imperfetto e ingiusto, trova un senso forte, laico e cristiano insieme, di comunità. Di famiglia, di gruppo, di fronte.
Va oltre le divisioni e le differenze «E la festa continua!», film gentile ed «accogliente» che parte da un tragico episodio reale - il crollo, nel 2018 per incuria, di due palazzi a Marsiglia, che costò la vita a otto persone - per costruire il ritratto corale di uno spazio e di un tempo, poetico e contemporaneo, dove impegnarsi («bisognerebbe avere due vite: la prima per aiutare se stessi, la seconda per aiutare gli altri») una volta di più per la società civile e provare a sconfiggere, con ogni arma sentimentale consentita, la solitudine e l'individualismo.
Un vecchio comunista (che sia davvero l'ultimo?) che non si toglie il cappello neanche per dormire, una ragazza allergica alle acciughe, un medico che fa il barista, una donna che vorrebbe uscire dal barattolo in cui si sente rinchiusa: mentre la statua cieca di Omero osserva (e ascolta) tutto dall'alto, Guédiguian guarda come sempre a gauche senza mai tradire le sue radici armene, pronto, tra Beckett e Gramsci, «a bere un ultimo bicchiere come in un romanzo rosa» insieme alla sua amata compagnia di giro (gli stessi, perfetti, attori di sempre: dalla moglie Ariane Ascaride a Jean-Pierre Darroussin). E' vero, il suo film, sempre gradevole e aperto alla vita, a volte è volutamente ingenuo, naif, diretto, ma non è affatto un brutto mondo quello in cui basta un buon libro per essere felici. E poi, per fortuna, «a Marsiglia non è mai troppo tardi»: per cenare, ma anche per innamorarsi. O cambiare le cose.