Classifiche, 2025 Filiberto Molossi Classifiche, 2025 Filiberto Molossi

Oscar: ecco gli attori e gli attrici più candidati di sempre

Chi sono gli interpreti - attori e attrici - più volte candidati nella storia del premio dei premi? Ecco i primi dieci, che in realtà sono 17. Premessa: indovinare chi guida la classifica non è difficile...

1. MERYL STREEP 21 NOMINATIONS, 3 VITTORIE

Un fenomeno: con gli altri non c'è nemmeno partita. La prima candidatura è del '79, 40 anni fa, con Il cacciatore. Poi ci ha preso gusto e tanti saluti: negli ultimi 9 anni, l'hanno nominata 6 volte: semplicemente mostruosa. Di Oscar ne ha vinti 3: per Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie e The Iron Lady. Ultima nomination con The Post.

2. KATHARINE HEPBURN, 12 NOMINATIONS, 4 VITTORIE

L'unica a potere contrastare il dominio della regina Meryl: perché se è vero che la gara delle nominations finisce prima di cominciare, la mitica Kate (primo Oscar nel '33, ultimo 50 anni dopo) di statuette ne ha pur vinte 4 (La gloria del mattino, Indovina chi viene a cena, Il leone d'inverno, Sul lago dorato): e nessuno ha osato fare meglio.

3. JAKE NICHOLSON, 12 NOMINATIONS, 3 VITTORIE

Questo fantastico brutto ceffo guida la classifica degli uomini: nessun attore è stato più candidato di lui. Vince in tre decadi diverse: prima con Qualcuno volò sul nido del cucuolo, poi con Voglia di tenerezza, infine per Qualcosa è cambiato.

4. BETTE DAVIS, 10 NOMINATIONS, 2 VITTORIE

La cattiva della Hollywood classica domina gli anni '30 dove vince due volte (per Paura d'amare e Figlia del vento), ma arriva a nomination fino ai '60. Curiosità: dopo la sua morte i suoi Oscar andarono all'asta. Li ha comprati, perché non andassero persi, un suo fan: Steven Spielberg.

5. LAURENCE OLIVIER, 10 NOMINATIONS, 1 VITTORIA

Il sovrano degli attori, leggenda del palcoscenico, va in doppia cifra: ma vince solo una statuetta, per l'Amleto. L’Academy lo candida, ma poi gli fa fare la comparsa: assurdo.

6. SPENCER TRACY, 9 NOMINATIONS, 2 VITTORIE

Se somma le sue con quelle della Hepburn, con cui fece coppia, pareggiano la Streep. Ma pure da solo, il giusto di Hollywood arriva lontano. Per lui, due vittorie consecutive negli anni '30: Capitani coraggiosi e La città dei ragazzi.

6. PAUL NEWMAN, 9 NOMINATIONS, 1 VITTORIA

Qui si è rischiata la farsa: attore enorme, capace di prestare i suoi occhi blu a più di mezzo secolo di grandissimo cinema, non vinceva mai. Crede di farcela con Il verdetto, poi vede Ben Kingsley in Gandhi e capisce che dovrà aspettare ancora. Il risarcimento arriva con Il colore dei soldi, film costruito proprio per farlo arrivare lì, all'agognata statuetta.

6. AL PACINO, 9 NOMINATIONS, 1 VITTORIA

E’ nei magnifici 10: A me però i conti non tornano: solo un Oscar per un fenomeno del genere? Hollywood lo manda in cinquina nel '73, ma la statuetta arriva solo 20 anni dopo per Scent of a woman. Dal '73 al '76 è stato candidato 4 volte di seguito.

6. DENZEL WASHINGTON, 9 NOMINATIONS, 2 VITTORIE

Vince come non protagonista nell’ormai lontano ‘90 come migliore non protagonista (“Glory”), poi si ripete nella categoria principale grazie allo sbirro cattivo di “Training day”. Nel 2017 conta di fare tris con “Barriere”: non vince e ci resta malissimo.

10. CATE BLANCHETT, 8 NOMINATIONS, 2 VITTORIE

Ecco una che può scalare la classifica: classe ‘69, ha il tempo e il talento per ricevere ancora molte nominations e pure qualche statuetta. L’Oscar arrivò al primo tentativo con “Elizabeth”, poi bissato da “Blue Jasmine”.

10. MARLON BRANDO, 8 NOMINATIONS, 2 VITTORIE

Attore iconico per la sua generazione e non solo: tra la prima e l'ultima candidatura passano quasi 40 anni. Vince per Fronte del porto, poi, quando bissa con Il padrino manda a ritirare la statuetta un'attrice vestita da indiana...

10. GLENN CLOSE, 8 NOMINATIONS, 0 VITTORIE

Un altro caso scolastico: Glenn ci prova sempre, ma non la calcolano. A secco abbastanza incredibilmente per “Le relazioni pericolose”, c’è rimasta malissimo l’anno di “The wife”, quando ci credeva moltissimo.

10. JUDI DENCH, 8 NOMINATIONS, 1 VITTORIA

Otto candidature sparse in tre decenni: l’ultima per “Belfast”, nel 2022, quando ha già 88 anni. Ma vince nel ‘99 grazie alla sua performance della regina di “Shakespeare in love”.

10. ROBERT DE NIRO, 8 NOMINATIONS, 2 VITTORIe

Sua maestà: 8 nominations in 50 anni, dal ‘75 - quando vinse al primo colpo per “Il Padrino 2” e nemmeno andò a ritirare la statuetta (stava girando “Novecento” di Bertolucci nel Parmense) - all’anno scorso quando venne candidato per “Killers of the flowers moon”. Per l’attore che è le vittorie (la seconda statuetta nell’81, per “Toro scatenato) onestamente sono poche.

10. JACK LEMMON, 8 NOMINATIONS, 2 VITTORIE

Vince al primo tentativo, con La nava matta di Mr. Roberts, poi bissa, circa 20 anni dopo, grazie a salvate la tigre. ma assurdamente non coglie la statuetta con L'appartamento e A qualcuno piace caldo.

10. GERALDINE PAGE, 8 NOMINATIONS, 1 VITTORIA

La candidano in continuazione, ma la fanno vincere solo quando anziana per In viaggio verso Bountiful, che forse ricordano in pochi. Anche in questo caso, un premio che sa di consolazione. Meritata, certo.

10. PETER O'TOOLE, 8 NOMINATIONS, 0 VITTORIE

Lo scandalo vero: ripetutamente candidato in 4 decadi diverse, lungo 44 anni. Non lo calcolano mai per la vittoria, nemmeno la prima volta per “Lawrence d'Arabia”. Unico contentino, l'Oscar alla carriera.

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I film più belli del 2024: la mia top ten

Con grande ritardo, ma pur sempre presente: ecco la mia top ten dei migliori film del 2024

  1. La zona d’interesse

    Un film che è un rumore, un suono. Instancabile, disturbante. Come un tarlo che divora la coscienza. I vicini di casa dell’orrore: un’idea potentissima, realizzata con audacia da un regista di culto prima ancora di esserlo per davvero.

  2. Povere creature!

    L’emancipazione della donna? E’ un film dell’orrore. Un film immaginifico e geniale sulla scoperta di sé (e del mondo), un bizzarro e grottesco viaggio iniziatico ai confini del libero arbitrio. E chi non vorrebbe ballare con Emma Stone?

  3. Perfect days

    L’amico ritrovato: sul podio perché Wenders credevamo di averlo perduto. E perché in anni di dittatura tecnologica e avido carrierismo, l’eroe analogico, empatico e ripetitivo della moderna Tokyo è una lezione di saggezza.

  4. Green border

    Alla frontiera dell'umanità, sul confine esausto che separa il male dal male, una regista di 74 anni recita il de profundis della società civile. Ma senza darla per persa: cercando anzi, nonostante tutto, bagliori di partecipazione.

  5. Flow

    Il miglior film d’animazione dell’anno mette l’uomo fuori dall’inquadratura e lascia che gli animali (era ora) facciano gli animali: per spiegare senza una parola anche ai bipedi spettatori che siamo tutti sulla stessa barca. E sarà meglio darsi una mano.

  6. Past lives

    Un film languido, ma in modo tenero, suadente, «intrecciato»: l’opera prima di una spatriata che dà un nome (e una forma) a quell’eterno riconoscersi che non sempre vuol dire raggiungersi. E a volte significa solo rimpiangersi.

  7. Alle we imagine as light

    Un film ipnotico e universale: un punto di vista femminile sull’India degli amori impossibili e dei matrimoni combinati. ma più di tutto uno sguardo tenero sulla solitudine contemporanea. Grand Prix a Cannes, dove avrebbe meritato di vincere.

  8. La stanza accanto

    La morte di una donna e quella del mondo: ma anche la paura - umana troppo umana - di ritrovarsi da soli quando verrà il momento. Intimo, toccante, elegantissimo: più dolor che gloria in questa strenua difesa del libero arbitrio.

  9. L’innocenza

    Sottovalutato e buttato via, è un vero e proprio gioiello da recuperare: nell’immenso inganno delle apparenze, Kore-eda smonta uno a uno i nostri pregiudizi con un film-matrioska raccontato attraverso tre punti di vista differenti.

  10. Parthenope e Vermiglio

    L’antitesi, è vero. Però, in modo opposto, ci hanno legato, inseguito, interrogato: e ci hanno costretto a parlare - tanto - di loro. Le tecniche di seduzione di Sorrentino, il rigore alla Olmi della Delprato. Come di fa a non volere bene a entrambi?

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I dieci film più belli del 2023

Sì, è vero: sono parecchio in ritardo. Ma mi ci metto come al solito: i migliori film del 2023? Eccoli qui: di testa, ma soprattutto di pancia.

  1. Oppenheimer

    Il fascino della bomba, l’inferno dell’etica: scienza e Dio, individuo e potere. La sala trema, accecata dal bagliore. Il baratro e la vertigine. Come il temporale, prima del temporale.

  2. Killers of the Flower Moon

    Un epico scontro tra civiltà nell’America che cambia per non cambiare mai: Scorsese dissotterra l’ascia di guerra e gira un film implacabile, una ballata amara per lupi feroci.

  3. As bestas

    Sul podio, sì: perché è un film che non ti lascia stare, che ti sta addosso, ti perseguita. Un film che non sa darsi pace, né requie. E perché pochi raccontano l’uomo meglio di Sorogoyan.

  4. Anatomia di una caduta

    L’incipit più bello del 2023: la musica a palla, l’intervista che non si riesce a fare, i nervi che saltano, il disagio: e poi, il dubbio. Sepolto sotto una coltre di neve.

  5. Gli spiriti dell’isola

    Per il suo modo di essere spiazzante, originale, paradossale: mentre i fratelli sulla costa perdono la testa, la guerra è già dentro di noi. C i sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere.

  6. Close

    Una grande amicizia, il rifiuto, la tragedia: un film che fa stare male e va in cerca di un pianto liberatorio. Un film commovente, poetico, sincero: ad alta sensibilità.

  7. Io Capitano

    No, non siamo tutti sulla stessa barca: ma su quella di Matteo conviene sempre salire. Perché sa cos’è l’empatia e l’umanità: e conosce lo sguardo incontaminato della gioventù.

  8. Decision to leave

    L’amore? E’ il crimine perfetto. Tra thriller e melò, un poliziesco sentimentale audace, raffinato e seducente: regia (premiata a Cannes) stilisticamente splendida.

  9. Il sol dell’avvenire

    Potrà non piacere, ma come si fa a non volere bene a un film così? Nanni all’ennesima, ancora in marcia: toccante, anche fragile, ma mai autoassolutorio.

  10. Foglie al vento

    Per l’amore, nonostante tutto: che è più forte della rassegnazione, del freddo, di tutto il resto. E perché c’è ancora strada da fare, mano nella mano e con un cane di nome Chaplin.

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I dieci migliori film del 2021!

Con un accenno di ritardo (ebbene sì) ma pu sempre in tempo: ecco i dieci migliori film dell’anno appena passato. dal decimo al primo. Con qualche perché. Una sola regola: solo film usciti in sala a Parma nel corso dell’anno scorso. E una domanda: il vostro numero 1 qual è?

10. PETITE MAMAN

Per la sua dolcezza inclassificabile, per la tenerezza ”inaudita”. Perché ho visto film più importanti, ma questo mi ha fatto pensare a una foto di mia madre.

9. IL COLLEZIONISTA DI CARTE

Perché c’è tutto Schrader: la colpa, l’espiazione, la vendetta. E perché usa un sottogenere come quello del poker in modo inedito e «politico». Dimostrando di conoscere le regole del gioco.

8. SCOMPARTIMENTO N. 6

Perché su quel treno diretto alla fine del mondo ci siamo saliti tutti: e per Juho, il regista, che è una persona splendida, che ama quanto me gli anolini e il nocino. Ma forse anche di più.

7. MADRES PARALELAS

Perché sono due film e solo quel matto di Pedro poteva metterli insieme: e perché non c’è Storia, grazie a Dio, che resti muta, che accetti di stare zitta.

6. A CHIARA

Per la festa, che ti sembra di esserci dentro, perché cerca la verità dove la verità è un tabù, per Jonas e Swamy che sono una meraviglia.

5. UN ALTRO GIRO

Perché non è un film sul bere. È un film sui limiti: morali, umani. personali. E perché tra molti film perbenisti o a tesi, ha il coraggio di non esere né l’uno né l’altro.

4. THE FATHER

Perché è una grande riflessione sul complotto della terza età: travestita da dramma da camera. E perché diventare vecchi a volte è un film dell'orrore.

3. DRIVE MY CAR

Perché quella Saab ha portato in giro anche noi, tra Cechov e qualche cicatrice. E perché ci vogliono gli attributi per fare un prologo di 45 minuti.

2. E’ STATA LA MANO DI DIO

Perché la realtà è scadente, ma Sorrentino no. E questo è il suo film più personale e straziato, più intimo e sincero.

1. NOMADLAND

Perché è dedicato ai dimenticati. E agli invisibili, agli emarginati. A chi è nessuno per il mondo e nel mondo, in questo mondo, non si riconosce.

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I film più belli del decennio: ecco la top ten!

Continua la nostra classifica dei migliori film del decennio: ecco la top ten. Dal decimo al primo

10. IL FIGLIO DI SAUL (2015)

Se non il film definitivo sull’Olocausto, quello più originale da molti anni a questa parte: l’orrore resta per lo più fuori campo. Un film atroce e indelebile che ti resta addosso, anche dopo giorni (o anni) che l'hai visto.

9. PARASITE (2019)

Forse è troppo recente, forse c’è troppo poco stacco: ma la Palma d’oro di quest’anno - che cambia tono e genere con la facilità dei fuoriclasse - è veramente uno dei film più folgoranti di sempre sulla lotta di classe.

8. THE WOLF OF WALL STREET (2013)

“Vendimi una penna”. Un altro strepitoso film di martin Scorsese: che rilegge una storia vera per raccontare l’avidità selvaggia dei tempi. Molte scene cult: Margot Robbie ne sa qualcosa.

7. LEI (2013)

L’amore al tempo di Siri. E di intelligenze artificiali che rispondono al posto delle persone. Una profonda, originalissima, riflessione sulla solitudine contemporanea. Da vedere rigorosamente in originale per ascoltare la voce di Scarlett Johansson.

6 . THE SOCIAL NETWORK (2010)

Ha inventato un metodo per avere migliaia di amici, ma non trovava nemmeno un cane per andare a bere una birra con lui. Un ritratto spietato e molto intelligente dell’inventore di facebook. Strepitosi i dialoghi di Sorkin.

5. LA LA LAND (2016)

Una straordinaria storia d’amore, festa per gli occhi e per le orecchie: grandi soluzioni visive nel segno di genere che sembrava morto ma era solo svenuto.

4. MOMMY (2014)

Il genio ribelle di Dolan soffoca l’immagine riducendola a una porzione minima dello schermo, poi la riallarga (con una sequenza culto in bicicletta) e le dà respiro. Una passione e un’energia viste raramente in questi 10 anni.

3. LA VITA DI ADELE (2013)

Altra bellissima love story, stavolta tutta al femminile: il cinema empatico di Kechiche ti fa entrare dentro lo schermo, avvicina lo spettatore a quello che guarda. Interpreti magistrali.

2. LA GRANDE BELLEZZA (2013)

Jep, Roma, la Carrà: un affresco esistenziale visionario e clamoroso, con molte splendide trovate. Tutto il talento di un regista che dà del tu al cinema e pensa, a costo di bruciarsi, solo in grande: e coglie un senso nel chiacchiericcio imperante. Perché prima, c’è stata la vita.

1 . THE TREE OF LIFE (2011)

All’anteprima di Cannes divise subito: applausi scroscianti e fischi. Io ci trovo una regia superiore, una capacità di raccontare attraverso la macchina da presa che ha pochi uguali. Perché mi piace così tanto? Forse perché è il film più vicino a Dio che ho visto in questi anni.


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