Tutti i fantasmi dell'Hotel degli amori smarriti
Lui, lei e tutti gli altri: Christophe Honoré invita al bar Rosebud (e no, il nome non è casuale) i fantasmi della gioventù per raccontare la notte più lunga di una coppia in crisi alla prova degli spettri del passato. Di impianto prettamente teatrale, con una comicità surreale che strizza l’occhio a Woody Allen, «L'Hotel degli amori smarriti» è il film con cui il regista francese cerca di rimettere insieme, con leggerezza e sentimento, i frammenti di un discorso amoroso. Richard scopre che Maria (Chiara Mastroianni, mai così bella e brava: migliore attrice di «Un Certain Regard» a Canne 2019) lo tradisce con un suo studente: scoppia la lite, lei va a dormire nell’albergo di fronte. Dove però le vengono a fare visita in tanti: il Richard 25enne di cui si innamorò, l’insegnante di piano di cui lui era perso da ragazzo, ma anche tutti gli amanti di Maria. E l’impersonificazione della volontà: che, chissà perché, va vestito come Aznavour... Divertente, ben scritto (anche se è più grazioso che folgorante), il film conferma la versatilità e la freschezza (pur se sconta un impianto datato) di un autore che conosce le parole e le trappole dell’amore e, come la sua protagonista, lascia i rimpianti dietro una porta chiusa a chiave.