Il gioco delle coppie: l'amore al tempo degli e-book
<E' un po' come in "Luci d'inverno" di Bergman: il prete continua a dire messa anche se la chiesa è vuota>. Leggere? Forse è ormai è solo una questione di fede... Ma mai come questa volta, perlomeno, il dibattito è aperto: merito dell'attualissimo film-saggio di Olivier Assayas che ne <Il gioco delle coppie> (brutto titolo che restituisce poco dell'originale <Doubles vies>) riflette a voce alta sulla rivoluzione digitale: la vita al tempo degli e-book, tra vita reale o solo percepita, scontri generazionali, il ruolo dei critici e quello degli algoritmi. Un film denso e scritto benissimo, costruito su una fitta serie di dialoghi e incontri, dove il regista di <Sils Maria> incrocia abilmente l'analisi (preoccupata e preoccupante) di un cambiamento epocale con un girotondo sentimentale che si rivela spesso anche molto divertente. I limiti della scrittura, che il cuore forse non conosce: chi vuole l'arte gratis, chi solo un'altra donna.
Nella storia del responsabile di una casa editrice alle prese con le difficoltà sempre più crescenti del mercato dei libri, Assayas, con la corale complicità di un gruppo di interpreti affiatati (tra Canet e la Binoche, è il buffo Macaigne quello che ne esce meglio), guarda alle conseguenze che le nuove tecnologie hanno avuto sulle nostre vite, prima che tutto cambi affinché ogni cosa rimanga uguale. Cinema intellettuale, radical chic, colto, borghese: ma felicemente immerso nella contemporaneità. E capace di (auto?) ironia.