Meglio Solo che male accompagnato: ma l’impero non colpisce più
Affidereste a Richie Cunningham il destino della vostra saga preferita? D'accordo, meglio Solo che male accompagnato, ma in questa galassia di proposte (e produzioni) stellari a getto continuo, nel caotico rewind di una mitologia che cerca di rinnovarsi voltandosi indietro, stavolta era lecito aspettarsi di più: lo meritava il personaggio, lo meritava il pubblico. L'impero però non colpisce più: e lo spin off di Ron Howard su Han Solo, l'eroe romantico e insubordinato (che diede fama e fortuna a Harrison Ford) di <Star Wars>, pure se spettacolare e divertente, si ferma alla superficie, alla curiosità, ma manca quasi totalmente di drammaturgia. Anche se i fan avranno la loro bella soddisfazione: scopriranno infatti l'origine del cognome del protagonista, ma anche come ha conosciuto il mitico Chewbecca... Insomma, gli ingredienti ci sono: è che il solito, avventuroso, mix di azione e ironia lascia un po' il tempo che trova. Rivisitata la saga con spirito old fashion e attenzione ai generi classici (l'attacco al treno e il finale richiamano il western, la missione invece l'heist movie), Howard si destreggia tra sparatorie, salti nel vuoto e combattimenti corpo a corpo; per dirla con un francesismo si cazzeggia molto: e i dolori del giovane Han restano in secondo piano. Sciapo, poco carismatico nella costruzione, <Solo>, si gioca comunque la carta della simpatia: per fare fuoco e fiamme al botteghino sarà certamente sufficiente.