Cannes, ecco il pagellone: seconda parte
Finito il festival, con due premi ai film italiani e la vittoria di Shoplifters (voto 8, vedi precdente pagellone), ecco la seconda parte dei nostri voti alle pellicole in concorso.
BLACKKKLANSMAN 7+
Il film che rilancia le quotazioni di Spike Lee: una commedia d'azione politica e anti Trump che fa rivivere l'epoca blaxpoitation. Risate: ma pensando che oggi forse è peggio di ieri.
EN GUERRE 5,5
Da Brizé un altro sguardo amaro e severo alle leggi del mercato: rabbia anticapitalista, ma qui si rasenta il documentario e i tavoli della trattativa si rivelano estenuananti.
UNDER THE SILVER LAKE 4,5
Un frullato poco digeribile di Lynch, Richard Kelly, Cronenberg e Hitchcock. Ironia e citazioni a valanga: ma sembra il film di uno che ha fumato roba non troppo buona.
PLAIRE, AIMER ET COURIR VITE 6
Melodramma gay ben scritto e ben interpretato, non privo di ironia: ma dire che interessi quello che accade è un po' molto.
BURNING 7,5
Tratto da Murakami: prima parte molto bella, meno la seconda, più apertamente thriller. Ma è un film dove a volte durante una sigaretta fumata senza dire niente si dice tutto.
DOGMAN 8
Un noir metafisico e alienato, un bellissimo spaccato umano che accarezza l'abisso e tende al punto di non ritorno. Marcello Fonte, Palma per il migliore attore a Cannes, è straordinario.
CAPHARNAUM 6,5
Un occhio a Saalam Bombay e un altro a Sciuscià nell'inferno di bambini e immigrati. Un po' già visto, ma forte l'idea di partenza col ragazzino che denuncia i genitori per averlo messo al mondo.
UN COUTEAU DANS LE COEUR 4,5
Ambientato nel mondo del porno gay anni '70 avrebbe potuto essere il Boogie nights francese, ma si accontenta di assomigliare a un brutto film di Dario Argento.
THE WILD PEAR TREE 8
Il cinema di Ceylan è una ragazza che ti eri dimenticato quanto era bella, un bacio rubato, un morso nel vento. Un film che scava anche quando tutti dicono che è inutile.
AYKA 6 +
Ritratto spietato della Russia che si prepara ai mondiali, gelo anche morale, 12 ore al giorno di lavoro, spietatezza diffusa. Anche qui non molto di nuovo: ma una bella ansia.