Adorabile nemica: la misantropa Shirley detta il suo necrologio
<Non si scusi mai per avere detto quello che pensa>.
Lei è una così: una che preferisce una giornata significativa a una semplicemente (e banalmente) <buona>. Una donna (e che donna) abituata ad arrangiarsi da sé. Del tipo che quando va dal parrucchiere i capelli se li taglia da sola e una volta dalla ginecologa stila pure (risparmiando sul ticket...) la diagnosi. Una insomma chye difficilmente ha torto quando pensa (cioè sempre) di avere ragione. Asociale bisbetica non domata, impagabile misantropa, ricca e insopportabile, Harriet: il personaggio che, sulle note dei Kinks (<il gruppo più sottovalutato di sempre...>), prende per mano <Adorabile nemica>, transgenerazionale commedia al femminile dove, nell'incontro di differenti solitudini destinate a ispirarsi a vicenda, l'elogio alla sincerità demolisce le ipocrisie post mortem, riscrivendo da capo bilanci esistenziali dati già per consolidati.
Positivo, simpatico, anche se (complice una struttura sin troppo lineare) inoffensivo, il film di Mark Pellington, nel raccontare il rapporto tra un'anziana dispotica odiata da tutti e la giovane giornalista delusa a cui chiede di scrivere, ancora in vita (così da approvarlo...), il suo necrologio, sublimato il rapporto madre/figlia, reagisce con verve all'amarezza di chi sa che deve finire e a quella di chi non riesce nemmeno a partire, dispensando, in stile vecchia Hollywood (quella certa educazione da cinema per over 65), lezioni di vita.
Un film un po' vecchio, edificante, che però permette a un'attrice monumentale come la 83enne Shirley MacLaine (che qui, rughe in vista, giganteggia) di autocelebrarsi, ripercorrendo se non la storia l'idea di una carriera votata al coraggio: anche quello di sbagliare. Perché <le persone non fanno sbagli, sono gli sbagli a fare le persone>.