Avengers: Endgame: finale di partita da uomini e da eroi
<Dobbiamo rifarci una vita>. <Comincia tu>.
C'è qualcosa che ci rappresenta in quel loro essere calpestati, in quell'accanirsi nel cercare una speranza anche dove non sembra esserci. In quell'inizio dolentissimo di chi sa di avere perso (la guerra, i propri amici, il futuro, tutto), in quel mondo orfano che piange i figli come i padri, dove non basta nemmeno più essere (super) eroi. C'è qualcosa di molto umano, di paradossalmente realistico, in <Avengers: Endgame>, che prima che essere un roboante kolossal cinefummettesco è un film sull'elaborazione del lutto, sul senso del sacrificio, sulla consapevolezza del fallimento, sulla caparbietà della rinascita. Un finale di partita dove è in gioco lo stesso sogno (vero Orfeo? Vero dottor Frankenstein?) di sempre: riportare in vita, riportare indietro, chi si ama.
Fantasioso mix di avventura, ironia, lealtà e rimorso, l'ultimo capitolo della saga dei <vendicatori> (il 22° film in 11 anni targato Marvel...) torna indietro nel tempo (incrociando anche sequenze delle pellicole precedenti) per impedire al crudele Thanos di fare piombare la Terra nello sconforto. L'escamotage dello scarto temporale (con tanto di inevitabile incontro/scontro con se stessi) non è nuovo (ma sono loro i primi a riderci su) e anche lo svolgimento è piuttosto basico: eppure il confronto, struggente, con chi è andato avanti e la portata di quello che si può perdere di nuovo (o per sempre) rende quasi pleonastica la grande battaglia finale (la parte più appariscente, ma non più bella del film dei fratelli Russo), tra banali omaggi al girl power e mani tese alla cultura black. Piuttosto, è la volontà di non indossare gli occhiali rosa che permette ad <Avengers: Endgame> di avere la maturità di chiudere un ciclo e permettersi il lusso di iniziarne un altro: non sarà un addio dolce, ma non c'è un nuovo inizio senza una fine.
Il cinema che verrà: i film che vedremo-parte II
Proseguiamo nella nostra carrellata dei listini alle principali case di distribuzione: film da vedere o da evitare della prossima stagione. Uno sguardo, ovviamente ancora sulla carta, del cinema che verrà.
WALT DISNEY
I numeri uno: una maxi potenza. Con molti cartoon e altrettanti super eroi: e un'armata di sequel e reebot. Si parte a giorni con il sequel di <Ant man>: a seguire <Ritorno al bosco dei 100 acri>, sull'inventore di Winnie the Pooh e <Gli incredibili 2>, dalle prime sequenze simpatico ma un filo stanco. <Lo schiaccianoci e i 4 regni> è magniloquente, <Ralph spaccatutto 2> una divertente parodia del Web. A Natale rifanno <Mary Poppins> (con Emily Blunt), poi nel 2019 ancora <Avengers>. Ma anche il <Dumbo> di Tim Burton. Molti successi annunciati: tutti di qualità?
VOTO: 6/7
Da non perdere: Dumbo
Da evitare: Il re leone
Il top della scorsa stagione: Avengers: Infinity war
20 CENTURY FOX
Provano a partire forte a fine mese con Mission: Impossible che ha avuto ottime recensioni, poi hanno il nuovo di Steve McQueen, con le sue vedove criminali, l'attesissimo biopic dedicato a Freddie Mercury. C'è parecchia sci-fi: a natale, ad esempio, si punta sul robottone-maggiolino <Bumblebee>, ma il colpo ad efetto potrebbe essere <The favourite>, in concorso a Venezia, dell greco geniale Lanthimos.
VOTO: 7
Da non perdere: The favourite
Da evitare: Alita
il top della scorsa stagione: assassinio sull'Orient Express
UNIVERSAL
<Il primo uomo> ha tutto (dall'apertura di Venezia in poi) per essere un grande crac, il nuovo Spike Lee è un buon film, <Boy erased> dà l'idea di potere essere interessante. Poi tante commedie (troppe?) e l'infinita saga di <Halloween>. E il film sul (anzi con) il Papa.
VOTO: 7-
Da non perdere: Il primo uomo
Da evitare: Come ti divento bella!
Il top della scorsa stagione: Cinquanta sfumature di rosso
VIDEA
Ha le carte per diventate la sorpresa di stagione: <Suspiria> di Guadagnino dalle prime immagini sembra bellissimo, von Trier farà discutere ma noi siamo largamente pro, <On the basis of sex> incuriosisce. In squadra anche il nuovo Neil Jordan e il dramma del Kursk raccontato da Vinterberg. Bravi.
VOTO: 7
Da non perdere: Suspiria
Da evitare: New York Academy Freedance
Il top della scorsa stagione: C'est la vie
VISION
Le prime sequenze de La paranza dei bambini che Giovannesi (il regista di <Fiore>) ha tratto da Saviano sono potentissime: ma loro puntano molto (a Natale) su <I moschettieri del re>, Dumas rivisto al setaccio dell'Armata Brancaleone. Rischio enorme: ma se funziona fa il botto. Il nuovo Siani anche no, meglio la Pasqua di Milani/Cortellesi. Di <Colette> si legge abbastanza bene, <Tutti in piedi> in Francia è stato un successo, <Cosa fai a Capodanno?> non è la commedia che correrei a vedere.
VOTO: 6,5
Da non perdere: La paranza dei bambini
Da evitare: Cosa fai a Capodanno?
Il top della scorsa stagione: Come un gatto in tangenziale
WARNER BROS
Di tutto e di più: listino di grande quantità, dove convivono gusti anche opposti. Tra le cose migliori, a prima vista, <A star is born>, uno dei super eventi di Venezia 75, <Cocaine: la vera storia di White boy Rick>, <Quello che non uccide>, nuovo capitolo della saga Millennium e il sequel di <Animali fantastici> (prevedo soldi). Curiosità per <La prima pietra> che riporta sul grande schermo Corrado Guzzanti e per <Il testimone invisibile> con Scamarcio/Leone.
VOTO: 6/7
Da non perdere: Cocaine: la vera storia di White boy Rick
Da evitare: Godzilla 2
Il top della scorsa stagione: Jumanji
M2
Il cavallo di punta è il soffertissimo L'uomo che uccise Don Chisciotte, progetto infinito di Gilliam: primi giudizi non entusiastici, vedremo. Sulla carta meglio Nomis di Escape plan 2. Hotel Mumbai è un debutto da seguire, il cane robot di <Axl> potrebbe trovare (qualche) consenso.
VOTO: 5,5
Da non perdere: Hotel Mumbai
Da evitare: Escape plan 2
Il top della scorsa stagione: E' arrivato il broncio
ACADEMY TWO
<La donna dello scrittore> ha buone critiche, <Il maestro di violino> è in zona attimo fuggente, di <Birds of passage> in America si parla benissimo. il combattivo e impegnatissimo <In guerra> rischia invece di annoiare.
VOTO: 6,5
Da non perdere: Birds of passage
Da evitare: Sir-Cenerentola a Mumbai
Il top della scorsa stagione: Loveless
KOCH
<Revenge> è uno splatter vendicativo un po' sopravvalutato, <Ghostland> ai critici Usa non è piaciuto, <Io, Dio e Bin Laden> non ha fatto sfracelli: se a questo ci aggiungi che il film di punta è il sequel de <L'ape Maia>...
VOTO: 5
Il top della scorsa stagione: Bigfoot junior
ALTRE STORIE
Hanno il merito di recuperare dall'oblio Mademoiselle di Park Chan-Wook, Otzi ha vinto un premio a Giffoni, <La ragazza dei tulipani> arriva invece accompagnato da stroncature. <Il bene mio> va a Venezia alle Giornate: poi un paio di debutti, sulle prime non robustissimi.
VOTO: 5,5
Da non perdere: Mademoiselle
Da evitare: Il giorno più bello
Il top della scorsa stagione: Hotel Gagarin
Gli Avengers: il dream team del cinefumetto
«I guai tornano sempre». Un po’ come i supereroi. Che nemmeno fai in tempo a sederti che già stanno sparando da tutte le parti, quasi fossi finito in un videogame anni ‘80. Sì insomma, i preamboli stanno a zero: e le presentazioni sono finite da un pezzo. Qui giocano i Messi e Neymar del cinefumetto, mica le riserve: e se l’approfondimento psicologico è un po’ da bimbi minchia, pazienza. Vanno presi come sono, senza pensarci troppo: c’è un dio che gira sempre col martello (ha quadri da appendere?), un tizio che se si incavola diventa verde dalla rabbia, uno che corre più forte di Bolt. Insieme fanno un bel macello gli Avengers, non c’è che dire: ma è altrettanto vero che in questa seconda puntata dedicata al dream team della Marvel c’è più metallo, più acciaio che non carne, sangue e spirito. Colpa soprattutto di un cattivo interessante quanto una partita all’ultima giornata tra due squadre già retrocesse e ironico meno di un modulo per la dichiarazione dei redditi: ma anche di qualche idea vecchia (ci sono persino echi di «Terminator» e della sua rivincita delle «macchine») e di qualche eccesso di catastrofismo (le auto si ribaltano, i grattacieli crollano e i camion volano...) che rischia che la scorpacciata di spettacolo (super anche questo, certo che sì) si trasformi, se hai già fatto l’esame di terza media, in overdose.
Costato 250 milioni di dollari e girato in 4 continenti (tra cui alcune sequenze in Valle d’Aosta), «Avengers: Age of Ulton» costringe i nostri a battersi con un nemico che si sono creati da soli: un «errore di laboratorio» che potrebbero pagare molto caro. Il lui in questione in realtà è un’intelligenza artificiale che avrebbe dovuto proteggere il mondo: e invece prova a distruggerlo...
Solito mix (attentamente equilibrato) di azione e ironia, sguardi all’attualità (i civili come uniche e vere vittime della follia della guerra, i mercanti di morte, l’onnipotenza della scienza) e minacce apocalittiche, il film di Joss Whedon (imbottito di star: c’è anche James Spader che in motion capture dà vita al villain Ultron) celebra il gioco di squadra trovando però gli spunti più interessanti quando lascia che i suoi protagonisti si confrontino con i loro stessi fantasmi, con i rimorsi e i rimpianti: e con le proprie, più recondite, paure, col timore di fallire o di averlo già fatto. E’ uno spunto «alto», una via che però il kolossal Marvel percorre solo fino a un certo punto, nella riflessione di un’umanità segnata, ma capace di conservare una grazia anche nei suoi fallimenti. Ecco, lì c’era tessuto per creare l’arazzo: peccato che bisogna tornare subito a salvare l’universo.