Mistress America, sorellanza senza retorica: come fai a non volergli bene?
E' figlio di due critici ed ex marito di un'attrice famosa (Jennifer Jason Leigh) e sul set non lo sentirai mai gridare <azione!>, ma al massimo buttare lì, con educazione tutta newyorchese, un <cominciamo> o un <quando volete>... Se ancora c'è qualcuno che si domanda perché in Italia non si fanno film (apparentemente semplici e sempre efficaci) come quelli di Noah Baumbach – 46 anni, da Brooklyn, nome di punta del cinema indipendente a stelle e strisce - la ragione è presto detta: non siamo capaci. Non li sappiamo scrivere così bene, non abbiamo attrici così in gamba (o non le facciamo lavorare) e mentre lui (già stretto collaboratore di Wes Anderson) riesce con estrema facilità a rendere autentico un soggetto inventato noi di solito brilliamo nell'impresa opposta. E' anche per questo che non è difficile volere bene a un film come <Mistress America>, tra le cose migliori passate all'ultima Festa del cinema di Roma, disinvolto e scioltissimo sia a livello di scrittura che di montaggio: una commedia divertente, <smart>, intelligente, antiretorica, diretta e onesta oltre che priva di qualsiasi orpello e (facile e non) moralismo.
In una New York dove capita spesso di sentirsi soli, l'incontro, sul filo della <sorellanza>, tra Tracy, goffa e esclusa matricola del college che passeggia per il mondo come una che è a una festa dove non conosce nessuno e Brooke, trentenne vulcanica, incontenibile e soprattutto inconcludente. Non si conoscono, ma la madre dell'una e il padre dell'altra hanno deciso di sposarsi: tanto vale fare amicizia...
Scritto molto bene, con dialoghi frenetici e parole che rimbalzano come in un flipper in cui mentre si discute di una cosa si è già passati a un altro argomento (e via così), <Mistress America>, tra buffe sedute spiritiche, meeting letterari di donne incinta e ricchi <che si inventano di tutto per non spendere>, cuce due bei personaggi addosso a Greta Gerwig (musa e co-sceneggiatrice del regista) e a Lola Kirke (che al supermercato, indecisa su che pasta prendere, sceglie la Barilla...), bravissime nel restituire sentimento e insuccesso di due generazioni che (come tutti) faticano a capire qual è il loro posto nel mondo.