Matrimoni, imprevisti e fagottini: C'est la vie
La vita? E' come organizzare un matrimonio: piena di imprevisti, di sorprese, di problemi da risolvere, di decisioni da prendere. E di fagottini: sì, quelli con le acciughe, salati, che fanno venire una sete bestia. Ma aiutano a metterci una pezza, in attesa di un'idea migliore... Tutto in 24 ore, con unità di tempo e luogo, e tanta voglia di ottimismo: perché anche quando tutto va male non c'è nulla che non possa essere sistemato. Basta adattarsi: in fondo, è un'arte pure quella.
Pensa positivo <C'est la vie>, commedia caotica e polifonica che ribalta con leggerezza il punto di vista del wedding movie (gli sposi restano sullo sfondo, qui a essere protagonisti sono quelli che lavorano per rendere perfetto il loro grande giorno), tra canzoni di Eros Ramazzotti, trovate kitsch e il temutissimo sventolar di tovaglioli. Diretto con grande gestione del ritmo (quel sottofondo jazz che detta i tempi, spesso concitati) dagli autori di <Quasi amici>, Toledano e Nakache, il film è una riuscita prova d'orchestra, una pellicola divertente forte di un ben oliato congegno narrativo (che fa sembrare tutto semplice, specie quello che non lo è affatto) capace di mettere in scena un variegato microcosmo umano, specchio dei desideri, dei sentimenti, delle piccolezze di un intero Paese che, scosso e impaurito dai terribili eventi degli ultimi anni, vuole ritrovare il sorriso.
Macchina a mano e montaggio che si sente, <C'est la vie> (10 nomination ai César, gli Oscar francesi) racconta la vita al tempo del correttore automatico, senza prendersi rischi enormi ma dimostrando la vitalità di un cinema di genere che è frutto oltre che di estro di grande preparazione: una commedia corale - dove ogni interprete (e sono tanti) lascia il segno -, capitanata dal grande Jean-Pierre Bacri, una faccia che sono tutte.