Festival di Cannes: il pagellone
Tra pochissimo sapremo chi ha vinto la Palma d’oro del 72° Festival di Cannes. nel frattempo, se non vi spiace, diamo i numeri: anzi, i voti.
THE DEAD DON’T DIE 6+
L’apocalisse pop di Jim Jarmusch, che osserva con disincantata rassegnazione un disastro (il nostro) che le autorità continuano a negare. Zombie da ridere, ma una vena di amarezza; siamo schiavi della società dei consumi anche da (non) morti: si salva solo chi rifiuta questo (brutto) mondo.
LES MISERABLES 7+
Una delle belle sorprese di questa edizione: da un regista autodidatta, un polar sociale girato negli stessi luoghi dove Victor Hugo ambientò il suo capolavoro. Un giorno e mezzo nella vita di tre sbirri: Parigi brucia (ancora).
SORRY WE MISSED YOU 7
Il lavoro logora anche chi ce l’ha: da Ken il rosso un altro film necessario. Che alza le barricate contro il precariato fai da te, denunciando una società del lavoro che manda in crisi e in pezzi la famiglia. Alla fine ha ragione lui, Loach: “Se non li faccio io questi film chi li fa?”.
CHAMBRE 212 6,5
La notte più lunga di una coppia che scoppia: al bar Rosebud sfilano i fantasmi del passato. Vecchi amori, donne che forse sarebbe stato meglio non lasciare, persino l’impersonificazione della volontà vestito come Aznavour. Teatrale, ma divertente: bravissima Chiara Mastroianni.
DOLOR Y GLORIA 8
Tutto su se stesso: Almodovar si racconta, tra amori e amici che si credevano perduti e oggetti, per anni, smarriti. Un autoritratto del cineasta da vivo toccante e commovente. “Il bravo attore non è quello che piange, ma quello che trattiene le lacrime”. Vale anche per i registi.
LE LAC AUX OIES SAUVAGES 7+
Elegante e maledetto, battuto dalla pioggia, un film che ha una sua decadenza, qualcosa di finito, nel reinventare stilisticamente, con alcune soluzioni formali di grande bellezza, il noir. Bel personaggio femminile, regia tecnicamente di un altro pianeta.
POTRAIT DE LA JEUNE FILLE EN FEU 7,5
Un film dove a contare sono gli sguardi rubati, l’indugiare sui volti, le domande che - come i desideri - restano sospese: l’amore impossibile che vive solo nel ritratto. E nel ricordo. La Sciamma porta nel ‘700 la modernità di quesiti e sentimenti senza tempo. Con due ottime attrici.
LA FAMOSA INVASIONE DEGLI ORSI IN SICILIA 7-
Dal romanzo di Buzzati per l’infanzia, un film che ha dietro un lavoro lungo e prezioso: animazione alta e raffinata per un film visivamente affascinante che può fare breccia anche nel cuore dei più piccoli. In bocca al lupo, anzi all’orso.
A HIDDEN LIFE 8
Un bellissimo film sul valore della disubbidienza: Malick, tornato a una dimensione più narrativa, ma senza rinunciare al suo modo sinfonico di girare, dipinge il ritratto di un uomo che andò consapevolmente incontro alla morte per non dovere uccidere nessuno.
LE JEUNE AHMED 6-
Bella l’idea di partenza, col ragazzino radicalizzato che cerca di uccidere l’insegnante “apostata”: ma nel Belgio dove hanno trovato casa e terreno fertile molti dei terroristi che hanno dichiarato guerra all’Europa, i Dardenne faticano a ritrovare profondità e tocco di un tempo.
ONCE UPON A TIME...IN HOLLYWOOD 7,5
E’ vero, sembra un film che non parte mai: ma la giostra, rutilante e coloratissima, di Tarantino resuscita anche i morti, cinema compreso. E’ questa l’idea, romantica e ingenua, che conquista: cambiare, insieme al cinema, anche il corso della Storia.
ROCKETMAN 7-
Inizia come una confessione e prosegue come un musical: non è efficace come “Bohemian”, ma l’idea di impostare il racconto di una vita come una lunga seduta diterapia di gruppo è vincente. A chi ama Elton John ha molto per piacere.
PARASITE 8
Quanto puzza la povertà? La lotta di classe sale i gradini del red carpet con un film prima molto divertente, poi sanguinario infine amarissimo. Nella Corea dove il capitalismo può diventare un film dell’orrore, una prova di cinema ingegnosa e sorprendente.
MATTHIAS ET MAXIME 5,5
Reduce da un flop che ha del clamoroso e che lo ha messo psicologicamente al tappeto, Dolan, per paura di bruciarsi a soli 30 anni, riparte da un film piccolo, a tratti anche toccante. Ma le cose che sembravano fichissime nei primi film qui lo sembrano molto meno.
IL TRADITORE 7,5
Nel ritratto del boss che a differenza di Riina preferiva fottere che comandare, Bellocchio traccia un potente spaccato della storia recente italiana, affrontando a viso aperto anche la sua (magnifica?) ossessione: la famiglia, privata e mafiosa. Cosa Nostra come un melodramma: grande Favino.