2018, Recensione, Festival Filiberto Molossi 2018, Recensione, Festival Filiberto Molossi

Ella & John: la pazza gioia di chi il finale se lo scrive da sè

C'è tanta strada in questo film: davanti, ma soprattutto dietro. Nemmeno sempre asfaltata, a volte piena di buche profonde come segreti, altre di curve, cieche come abbracci dati ad occhi chiusi. E c'è un viaggio da fare. E sì, da qualche parte, dentro l'amarezza di giorni che stingono, c'è anche qualcosa che assomiglia alla gioia: pura, autentica, improvvisa. Anzi, pazza. Così come la <scandalosa> ribellione di chi il finale, se non vi dispiace, se lo scrive da solo: con buona pace di medici e figli, benpensanti e parolai.

Al primo film in lingua inglese della sua carriera, Paolo Virzì va alla scoperta di un'America minima, non turistica e tantomeno stereotipata, per raccontare l'ultimo giro in giostra di una coppia di anziani entrambi gravemente malati. Lui, il professore che forse tutti avrebbero voluto avere, ha l'Alzheimer, lei, lucidissima e coraggiosa, si sta spegnendo a causa di un tumore. Un giorno, senza dire niente a nessuno, salgono sul loro vecchio camper: destinazione la casa-museo di Hemingway a Key West...

Om the road agrodolce, crepuscolare, sentimentale, <Ella & John>, sequel ideale de <La pazza gioia>, è un film realizzato in maniera piuttosto convenzionale e a volte prudente, ma tenero e malinconico nel cogliere la romantica rivolta all'affronto di invecchiare di un uomo e di una donna che inseguono un'ultima occasione, un ultimo ricordo da potere, subito dopo, dimenticare.

Intima, sensibile, felice (come spesso accade nel cinema dell'autore toscano) nel mescolare toni e colori di segno anche opposto, la pellicola, che si appoggia - senza paura di schiacciarli - sulle spalle di due fenomeni come Helen Mirren (candidata per questo ruolo al Golden Globe) e Donald Sutherland, diretti da Virzì a viso aperto, senza farsi intimidire, rilegge il romanzo di Michael Zadoorian, che lo stesso regista - insieme a Francesca Archibugi (che nella Livorno di Virzì ha girato la serie <Romanzo famigliare>, attualmente in programmazione, con successo, su Rai Uno), Francesco Piccolo e Stephen Amidon -, ha adattato a una sensibilità propria, a un contesto culturale che gli era più congeniale.

Ritrovandosi così a celebrare non solo un viaggio <estremo> nell'America che si accingeva a eleggere Trump (big country che ha perso la poesia e che i due protagonisti non riconoscono più), ma, più di tutto, la storia di un grande amore. Che non accetta di essere oltraggiato dal tempo né di essere reso schiavo dalla malattia. E decide che nessuno può decidere per lui.

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La pazza gioia di due matte da slegare

Come Thelma e Louise al tempo delle Rems, un occhio a <Il sorpasso> e tanta contagiosa, toscanissima, vitalità: una di queste sere fate una bella cosa, datevi a <La pazza gioia>. Elogio della fuga (e della follia), di un'amicizia al femminile che è sorellanza, abbraccio, appiglio, scudo, patto non scritto di due nate tristi in cerca di avanzi di felicità, costrette a scoprirsi, imprevedibilmente, necessarie l'una all'altra, l'ultimo film, picaresco e generoso, di Paolo Virzì inizia in commedia, vira al dramma e sfiora addirittura la tragedia: ma non c'è un momento che non gli resteresti abbracciato volentieri. Sulle note di <Senza fine> di Gino Paoli, una pellicola divertente (spesso molto) e malinconica allo stesso tempo, costantemente sospesa tra sorriso e sofferenza, costrizione e compassione, in una continua mescolanza e alternarsi di toni che ne rappresenta il gusto ma anche l'identità.

Storia di Beatrice e Donatella che, quasi per gioco, scappano dalla struttura psichiatrica dove sono detenute. Una è una proletaria di(s)messa, ex ragazza sul cubo con figlio piccolo dato in adozione, tatuaggi ovunque e una passione smodata per il valium; l'altra, esuberante berlusconiana non pentita, è una tabagista e scialacquatrice senza freni che sogna la spa e un baby doll. Ferite e scombinate, piene di lividi e di burrasche, sgambettate dalla vita, morsicate dal passato. E messe da parte da un presente in cui nessuno, sano di mente, potrebbe riconoscersi. Entrambe tradite dagli uomini e mollate dai genitori: due che insieme ci azzeccano poco, anzi niente. Eppure...

Ancora una volta - e con orgoglio - dalla parte dei perdenti, degli esclusi, Virzì scappa insieme alle sue matte da slegare (di cui è il primo complice), per farne due portatrici sane di empatia, donne da amare soprattutto per le loro debolezze e per la loro inadeguatezza.

Scritto molto bene (dal regista insieme a Francesca Archibugi), applaudito a lungo a Cannes, <La pazza gioia> conosce alti e bassi (certe situazioni sono troppo tirate, altre poco credibili o semplificate), l'equilibrio non è il suo merito maggiore e potrebbe essere anche accusato di non essere esnte da qualche furbizia: tutto vero, ma il film funziona, e lo fa senza artifici, senza sforzo. Forse anche perché ai dialoghi frizzanti e all'energia della visione danno un senso due magnifiche interpreti: Micaela Ramazzotti (nonché signora Virzì) che declina il suo malessere in livornese, e, soprattutto, un'incontenibile Valeria Bruni Tedeschi, più che brava strepitosa.

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Il cinema che verrà: diamo i voti ai listini

Chiusa una stagione, il cinema si prepara al rilancio: e così, a Riccione, tra un bagno e piadina, le case di distribuzione hanno svelato i loro listini. E' l'anno di Star Wars, ma anche di Tarantino, Spielberg, Scorsese, 007... Cioè, insomma: mica pizza e fichi. Diamo un'occhiata insieme a queste promesse di grande cinema: pronti a votare i line up di case grandi e piccole, indicando il film da non perdere e quello da evitare. Con una speranza: di sbagliare, qualche volta. Perché al cinema niente è più bello di quello che ti sorprende.

01

La corazzata Rai non si risparmia per il 2015-2016: il nuovo di Tarantino, l'ultimo di Scorsese, La pazza gioia di Virzì, il Sangue del mio sangue di Bellocchio, quasi certo di essere a Venezia. ma anche il pugilistico Southpaw, che non promette male, il gangster movie Legend, il buon Sicario visto a Cannes, Bradle0y Cooper cuoco post rehab in Adam Jones. E poi, italiani da esportazione come Tornatore (con Jeremy Irons) e Muccino (Gabriele), Ozpetek che rilegge il suo romanzo,  Smetto quando voglio 2, la scommessa Suburra  di Sollima, quello del Gomorra televisivo, il secondo film di Pif. Insomma, tanta roba.

Voto: 8

Da non perdere: Silence di Martin Scorsese

Da evitare: Il professor Cenerentolo di Leonardo Pieraccioni

20TH CENTURY FOX

Listino potente, specie tra fine novembre e fine gennaio, quando usciranno The martian di Ridley Scott con Matt Damon astronauta, l'atteso Il ponte delle spie di Spielberg sulla guerra fredda, il nuovo di O.Russell con la sua coppia prediletta Cooper-Lawrence e l'ultimo di mr. Oscar Inarritu con niente di meno che DiCaprio. Ma anche prima non scherzeranno: di Via dalla pazza folla infatti si dice già bene e il reebot dei Fantastici 4 sulla carta sembra possa spaccare. Scommessa totale il film sui Peanuts (esce il 5 novembre), i presonaggi nati dalla matita del geniale Schulz.

Voto: 7,5

Da non perdere: The revenant di Alejandro Gonzalez Inarritu

Da evitare: Sotto il cielo delle hawaii di Cameron Crowe

 ADLER

Profilo basso, pure troppo: hanno il mito Malick, ma sembrano consapevoli che non farà una lira, poi puntano sulla commedia, con Il fidanzato di mia sorella (col triangolo Brosnan, Hayek, Alba) e l'ultimo di Hugh Grant. Solace, con la coppia Farrell-Hopkins, potrebbe dare qualche esito positivo. Ma le fiches sul tavolo sono poche e le carte in mano buone al massimo per un bluff.

Voto: 5

Da non perdere: Knight of cups di Terrence Malick

Da evitare: Celebrity movie di Emilio Ferrari

ACADEMY TWO

Serietà e rigore: si punta sulla qualità, magari di nicchia, ma senza sbandamenti. Cercando di fare il colpo. E' sicuramente buono e non privo di attrattiva anche per un pubblico più vasto   La loi du marche che è valsa la Palma d'oro a Vincent Lindon, miglior attore di Cannes 2015. Il resto è da scoprire: con nomi sicuri come Sokurov e Le Guay e altri da segnarsi sul taccuino come l'iraniana Ida Panahandeh.  E occhio anche al western danese The salvation.

Voto: 7

Da non perdere: La loi du marche di Stephane Brizè

Da evitare: Nessuno

BIM

Da Cannes hanno pescato bene, prendendo la Palma d'oro DheepanRams, il vincitore del Certain, e l'ultimo, delicato, Kore-eda. ma hanno anche altri titoli interessanti: a partire da Life, sull'amicizia tra James Dean e il fotografo Dennis Stock (Pattinson), uno strano western con Michael Fassbender, Ruffalo e Keaton nel film sullo scandalo dei preti pedofili di Boston. E poi una gran mano da o la va o la spacca con il Snowden di Oliver Stone. Più rischioso invece Egoyan, che ultimamente si è un po' perso.

Voto: 7+

Da non perdere:  Snowden di Oliver Stone

Da evitare: Remember di Atom Egoyan

DISNEY

Pochi titoli in uscita, ma potenzialmente tutti blockbuster. Ne basterebbe uno solo per oscurare gli altri: Star Wars:  Episodio VII, il film più atteso dell'anno. E' stato sufficiente  guardare il trailer con Harrison Ford che dice "finalmente a casa"  e a casa ci siamo sentiti tutti. Da qui al 16 dicembre se ne riparlerà ancora moltissimo. Ma intanto si parte con l'ultimo eroe Marvel, Ant Man, che non sembra male e si piazzano due cartoon. Uno, Il viaggio di Arlo, segue la dinomania, l'altro invece è il bellissimo (anche se più per grandi che per piccini) Inside out, ultimo capolavoro targato Pixar.

Voto: 7,5

Da non perdere: Star Wars: Episodio VII

Da evitare: nessuno

DISTRIBUZIONE INDIPENDENTE

Strana accozzaglia di titoli di qualche anno fa, b-movie italo-americani, debutti a baso costo. Il più noto è la Wilde Salomè di Al Pacino con Jessica Chastain, ma parliamo di un film del 2011. Wax aveva aperto il Festival di Lecce, il resto faticherà e non poco a uscire nelle sale.

Voto: 4,5

Da non perdere: Wilde Salomè

Da evitare: Wrath of the crows

 

EAGLE

Un po' come un bazar, tipo bancarella del  mercatino: il problema è trovare l'occasione giusta. Sono partiti bene con Giovani si diventa , forse un po' sprecato per l'estate, ma il remake di Point break spaventa un po'. Il nuovo tarsem, in compenso, è stroncatissimo... E nemmeno de il luogo delle ombre si parla benissimo. Qualche chance ha il demenziale L'A.S.S.O. nella manica e molto viene riposto in Rock the Kasbah che porta Bill Murray in viaggio per Kabul...

Voto: 5,5

Da non perdere: Rock the Kasbah di Barry Levinson

Da evitare: Self/Less di Tarsem Singh

GOOD FILMS

La scorsa stagione hanno piazzato il film più bello dell'anno (Mommy) e anche nel 2015-2016 hanno voglia di fare sul serio: calando come al solito i loro assi sul tavolo della qualità. Dalla Kidman e Julia Roberts insieme (col protagonista di 12 anni schiavo) nel remake de Il segreto dei suoi occhi a Demolition, nuovo lavoro atteso assai del regista di Dallas buyers club. E poi The circle da Eggers con Emma Watson e Larrain che rilegge tre anni del mitico poeta Neruda. da cannes poi hanno pescato il bizzarro e interessante The lobster, mentre la chicca potrebbe essere Non essere cattivo, film testamento di Caligari, regista cult.

Voto: 7+

Da non perdere: Demolition di Jean Marc Vallée

Da evitare: Black and white stripes di Marco e Mauro la Villa

I WONDER PICTURES

Un catalogo doc per una casa che non fa solo doc...umentari. The brand new testament, commedia esilarante dove Dio vive a Bruxelles, ad esempio, a Cannes è stato un piccolo caso (e Jaco Van Dormael è un grandissmo sin dai tempi di Toto le héros), ma pure Partisan promette bene e il bulgaro The lesson  dice la sua. Tra i documentari, grande attesa per quelli su Steve McQueem, Vidal vs Buckley e John Belushi e gli anni folli del NationalLampoon: il titolo? Se non vieni a vedere questo film ti ammazziamo il cane.

Voto: 6,5

Da non perdere: The brand new testament di Jaco Van Dormael

Da evitare: nessuno

(continua...)

 

 

 

 

 

 

 

 

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