Parigi, tutto in una notte: un ospedale chiamato Francia
I gilet gialli irrompono al cinema: l'onda lunga anti Macron arriva in sala. Ma per fortuna lo scontro si limita ai quattro angoli di un grande schermo: mentre il dramma, inevitabilmente, invita al ballo anche la commedia, e viceversa. Succede in «Parigi, tutto in una notte» (titolo inutilmente didascalico rispetto al più evocativo e ambivalente «Le fracture»), il film, ambientato quasi interamente in un pronto soccorso parigino, in unità di tempo e luogo, della francese Catherine Corsini, dove alle fratture personali, alle divisioni sentimentali, fanno eco quelle, ben più profonde, sociali e politiche. Tutto in 24 ore, nella caotica sala d'aspetto del presente dove il passato è passato e il futuro chissà: è qui, all'ospedale, che dopo una brutta e fortuita caduta, in una giornata in cui Parigi brucia (la polizia ha appena caricato i manifestanti), arriva la nevrotica Raf (una Valeria Bruni Tedeschi su di giri a cui sono affidati i momenti più divertenti), disperata, più che per il dolore al braccio, perché la compagna l'ha lasciata. In attesa di essere visitata incrocia il suo esibito malessere con le preoccupazioni altrui: come quelle di Yann, camionista rimasto ferito durante la protesta. In un microcosmo umano, ultimo avamposto del dolore e della solidarietà, la Corsini - a cui l'idea del film è venuta dopo essere stata trasportata al pronto soccorso dopo una brutta caduta - con un sarcasmo prima ilare poi via via più amaro, mette sul piatto molteplici temi scottanti, privati come pubblici: i limiti del servizio sanitario, la lotta di classe, il caos politico. L'autrice gestisce con notevole abilità personaggi di primo e secondo piano (come la bravissima non professionista Aissatou Diallo Sagna, per vent'anni oss, premiata con il César 2022 come miglior attrice non protagonista), gira freneticamente nell'astanteria con la macchina a mano, fa sentire il montaggio: e se non riesce, nonostante la miscellanea di toni, a riscattare un certo schematismo che fa apparire il film, pur molto dinamico, un po' vecchio nella sua teatralità, non c'è dubbio che quello che va in scena in quel pronto soccorso sia il romanzo di una nazione.