Classifiche, 2017 Filiberto Molossi Classifiche, 2017 Filiberto Molossi

I 7 film da non perdere a Maggio

Maggio? Fa rima con coraggio: la primavera non spaventa il cinema che scommette sull'usato sicuro - i nuovi capitoli di Alien e de I pirati dei Caraibi - e sui grandi autoriun po' offuscati (Malick e il suo super cast) ma, nel mese di Cannes, porta sullo schermo molti altri film interessanti. Roba da cacciatori di perle: noi ne abbiamo scelte 7, cercando di evitare i blockbuster annunciati. più scontati. Citando invece i titoli meno scontati.

1. SCAPPA - GET OUT

Cosa succede se "Indovina chi viene a cena" incontra l'horror? Presto detto: il risultato è un film costato 4 milioni e mezzo che finisce per incassarne 170. Un fenomeno, ma mica solo al botteghino: perché dietro il paravento del genere, si parla di razzismo, diversità, discriminazione.

Esce il: 18

2. 7 MINUTI DOPO LA MEZZANOTTE

Pessima traduzione dell'originale "A monster calls", è la storiadi un 12enne costretto ad affrontare la malattia terminale della madre: l'immaginazione, però, prende il sopravvento. Così il fantasy - come ne "Il labirinto del fauno" - si mescola al dramma, la fiaba stringe la mano del melò.

Esce il: 18

3. UNA SETTIMANA E UN GIORNO

Una coppia che ha perso il figlio elabora il lutto: e così un padre scopre di potere sopravvivere grazie all'aiuto del migliore amico, un po' cialtrone, del suo ragazzo. Da un americano di Israele, un film agrodolce che nel tunnel della fine vede la luce di tutta la vita che (ancora) c'è.

Esce l': 11

4. RITRATTO DI FAMIGLIA CON TEMPESTA

Uno scrittore in crisi, divorziato e con un figlio che non vede quasi mai, passa una notte con i suoi cari complice una tromba d'aria. Nuova riflessione sull'universo famiglia da parte di un regista giapponese capace di raccontare come pochissimi i legami invisibili del sangue e dell'affetto.

Esce il: 25

5. CUORI PURI

Storia d'amore tra due ragazzi provenienti da contesti completamente differenti: fra borgate, Dio e briciole di speranza. Un esordio che promette parecchio bene. E tiene alta a Cannes (nella Quinzaine) la bandiera dell'Italia che sa ancora raccontare storie e sentimenti.

Esce il: 24

6. SICILIAN GHOST STORY

Curioso sin dal titolo, non è solo l'opera seconda di due registi che trionfarono a sorpresa con "Salvo" a la Semaine de la critique di Cannes, ma anche il film che la Semaine quest'anno la apre in pompa magna. Un ragazzino scompare: una tredicenne innamorata di lui si ribella all'omertà e lo cerca ovunque.

Esce il: 18

7. FORTUNATA

Castellitto regista è sempre un grosso rischio: calca la mano, sfocia nel melò. Ma Jasmine bionda e tatuata, perduta e non sconfitta, potrebbe essere una forza della natura capace di lasciare il segno anche a Cannes. Nella periferia romana, il ritratto di una donna non comune.

Esce il: 20

 

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2016, Festival, Recensione, 2015 Filiberto Molossi 2016, Festival, Recensione, 2015 Filiberto Molossi

I miei giorni più belli, ritratto dell'artista da giovane

Quando si leggeva Stendhal e la bella della scuola portava le calze a rete. Quando l'amore era una porta lasciata socchiusa, oltre che una cosa maledettamente seria. Quando il Muro cadeva e con lui anche le macerie dell'infanzia: e si poteva baciare all'infinito qualcuno che ancora non sapevi che un giorno avresti chiamato ricordo. Oppure rimpianto.

E' un film toccante e vulnerabile, truffautiano (e autobiografico) sino al midollo, uno struggente trattato antropologico-sentimentale che conosce il codice segreto dell'anima propria e altrui, <I miei giorni più belli>, l'ultimo film del francese Arnaud Desplechin, classe '60, che racconta di un (altro) sé smarrito nel corso del tempo, nell'alfabeto di emozioni non sempre traducibili di chi partito ragazzo torna, inevitabilmente, uomo.

Divisa in tre atti (<Trois souvenirs de ma jeunesse> come recita il titolo originale, più efficace di quello italiano: Infanzia, Russia e Esther, dove quest'ultima è la parte largamente preponderante) più un epilogo, elegante negli ambienti, nelle <cose>, nei movimenti, ma anche nei modi, la pellicola incrocia un personaggio - Paul Dedalus (un cognome ingombrante, che riporta a Joyce al suo <Ritratto dell’artista da giovane>) -, che il regista francese aveva già incontrato in un film di vent'anni fa, <Comment je me suis disputé...(ma vie sexuelle)>: accarezzandone qui gli inizi, tra una madre inguaribilmente depressa, imprese da guerra fredda e soprattutto lei, Esther, l'amore assoluto...

Insolito (e colto) romanzo di formazione, singolare nel trasformare la nostalgia nella materia, molle e perfetta, di una sorta di thriller esistenziale, <I miei giorni più belli>, con cui Desplechin ha vinto un César (l'Oscar francese) come miglior regista dell'anno nonché la <Quinzaine des réalisateurs> a Cannes 2015, è un film curioso, che sa prendersi dei rischi, andando al di là della semplice educazione sentimentale per accompagnare il proprio protagonista alla ricerca dell'identità, dell'autodeterminazione, della libertà: che è sempre cosa sfuggente, quanto almeno un gioco di spie nell'incredibile avventura di essere giovani. Sguardi in macchina, voce off, split screen, uso vintage del mascherino: una bella mano e il piacere, romantico e smorfioso, di raccontare, Desplechin gira con grande personalità un film (che avrebbe potuto tranquillamente essere un segmento dell'opera collettiva <Tous les garçons et les filles de leur âge>) colmo di utopia e passione che ha gli occhi e la bocca degli inediti e bravissimi Quentin Dolmaire e Lou-Roy Lecollinet, ragazzi di oggi con i tormenti di ieri. E di sempre.

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