Amore criminale: la stupefacente storia di Pablo Escobar
Ha fatto atterrare un aereo in autostrada, quando era in prigione organizzava partite di calcio con i campioni della nazionale colombiana (che erano ovviamente invitati a lasciarlo vincere...) e per i sicari aveva messo su persino una scuola guida: ma, pur essendo l'imperatore indiscusso della droga, a suo figlio diceva: <Ascolta Nancy Reagan, non prenderla mai>.
Resta però da chiarire se davvero c'era bisogno di un altro film dedicato a Pablo Escobar, il narcotrafficante più feroce e famoso della storia. Verrebbe da dire di sì giudicando, fuori da ogni altro contesto, l'interpretazione <monstre> di Javier Bardem, che giganteggia, con pancia posticcia, nel ruolo del nemico pubblico numero uno nel ritratto firmato dal De Aranoa di <Perfect day>: un film che guarda allo spietato criminale con gli occhi di una delle sue amanti, la giornalista televisiva Virginia Vallejo (Penelope Cruz, al quinto film con il marito Bardem), che poi ebbe una parte non secondaria nella sua caduta.
Ma in realtà, nonostante un'escalation avvincente e una prospettiva inedita, il film non ha quel mordente o quella profondità di campo da renderlo indispensabile: De Aranoa ha piglio, una buona intensità (bella la sequenza di quando Escobar è costretto a scappare nudo), ma se da una parte il suo sguardo sembra limitato, anche il frequente ricorso alla voce off finisce con l'appesantire la pellicola rendendola didascalica. La storia d'amore del narcotrafficante con la Vallejo (autrice del libro da cui la pellicola è tratta) non aggiunge un granché a letture più stratificate, anche perché il regista non ha il coraggio di puntare con decisione sul legame tra i due, facendosi fagocitare dalla personalità straripante di un criminale di cui cinema e tv sembrano non potere più fare a meno.