Quel futuro senza single: The lobster, la provocazione è servita fredda
L'idea è geniale: in un futuro imprecisato (ma comunque vicino) è proibito essere single. O si vive in coppia o si viene arrestati: e trasformati - se non si trova nel giro di 45 giorni un compagno - in un animale a scelta.
Premio della giuria all'ultimo Festival di Cannes (dove era arrivato con i favori del pronostico), l'ultimo filmdell'anticonformista regista greco Yorgos Lanthimos (già vincitoredel <Certain regard> con <Dogtooth> e premio alla sceneggiatura a Venezia con il folgorante <Alps>) traduce in un iperrealismo grottesco la paura contemporanea e invincibile del rimanere soli, terrore paragonabile solo a quello di (dovere) vivere con qualcuno...
Stravagante (ma anche feroce e crudele) provocazione servita fredda, dove alla morte del libero arbitrio corrisponde la consolazione - non più salvifica - di un amore spesso frutto di menzogne e convenienza, <The lobster> (l'aragosta, l'animale in cui ha deciso di essere trasformato il protagonista) vive nelle dicotomia di due universi contrapposti (l'albergo dei single dove la coppia è il passaporto per la sopravvivenza e il bosco dove si nascondono i <solitari>, il gruppo di ribelli in cui è vietato innamorarsi...) eppure simili nella rigida e violenta abitudine all'omologazione.
Prima produzione internazionale di Lanthimos (che può contare su attori come Colin Farrell e Rachel Weisz, smarriti al punto giusto), il film flirta con Bunuel e Seidl regalando grandi momenti (le dimostrazioni pratiche di quanto più bella sia la vita in due, il marito minacciato pronto a uccidere la moglie pur di salvarsi...), ma ha il limite di accartocciarsi un po' nella seconda parte, faticando a chiudere il cerchio. Non rendendo però meno originale lo sguardo di uno dei più interessanti e inclassificabili registi europei contemporanei.