2021, Recensione, Festival Filiberto Molossi 2021, Recensione, Festival Filiberto Molossi

Dune, sabbia e passione: Villeneuve sfida la maledizione

Di metallo, di sabbia, di roccia, di avidità e di ambizione: oltre che, ovviamente, di sangue. Arriva nelle sale così come era sbarcato - in un'attesissima anteprima mondiale andata subito sold out - a Venezia: con quel passo marziale che solo certi film possono permettersi il lusso di mostrare con orgoglio: consapevoli della grandezza della sfida, capaci di essere all'altezza del loro stesso destino. Prima parte, da 165 milioni di dollari, di una saga che si annuncia affascinante e suggestiva, «Dune», fanta kolossal di Denis Villeneuve (il regista di «Arrival» e «Sicario»: ma per l'amor di dio andate a rivedervi anche «La donna che canta»...), affronta l'ultra complesso e attualissimo mondo creato (in sei romanzi) da Frank Herbert con cui si erano già scottati, anni addietro, David Lynch (che pure, tra molti problemi, ne tirò fuori un cult) e Alejandro Jodrowsky, che invece non riuscì a farne nulla.. Materia sabbiosa che sfugge per definizione dalla presa, «Dune», che il grande regista canadese (uno che non ha avuto paura nemmeno di misurarsi con il monolite «Blade runner») trasforma però in un'esperienza cinematografica sontuosa, in particolare dal punto di vista visivo, donando prepotente profondità espressiva alla costruzione di un immaginario a cui è difficile resistere, oltre che perfettamente inutile. In universo sul baratro di una guerra santa, dove la ricchezza e il potere si basa sulla ricerca della Spezia, la materia che permette di compiere i viaggi interstellari, la casata degli Atreides viene inviata a governare Arrakis, il pianeta inospitale dove viene estratto il prezioso elemento... Nell'attesa di un messia che non sa se vuole essere tale, il film segue le visioni di un giovane eroe pallido e tormentato, nella certezza che anche l'eletto ha molta strada da fare. Appassionante ed epico, «Dune» (che nell'idea del regista dovrebbe essere una sorta di «Star Wars» per adulti) non lesina sugli effetti speciali, non inseguendo però una spettacolarizzazione di concetti alti fine a se stessa, ma piuttosto investendo risorse e creatività in un decor ricercatissimo - sia in interni che negli assolatissimi esterni - la cui potenza è sottolineata da una colonna sonora (di Hans Zimmer) che (come spesso accade nel cinema dell'autore canadese) invade lo schermo coi suoi bassi inquietanti. Un altro, importante, tassello - dopo «Arrival» e «Blade runner 2049» -, nella riflessione sulla fantascienza esistenziale condotta senza rete da Villeneuve, che qui, cosa di non poco conto, si avvale anche di un cast oltremodo glam ed «eccitante»: dal protagonista Timothée Chalamet a Zendaya, da Oscar Isaac alla bellissima Rebecca Ferguson, da Javier Bardem a Josh Brolin. Stelle di un cielo color sabbia.

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2019, Classifiche Filiberto Molossi 2019, Classifiche Filiberto Molossi

I 7 film da non perdere a dicembre

Vi conceranno per le feste: facendovi un favore. Niente cinepanettoni quest’anno: ma diversi buoni film. Ecco i sette da non perdere questo mese.

1. PINOCCHIO

Non si può che partire da qui: dal film di cui tutti hanno paura, forse anche chi l’ha prodotto. Sulla carta è senza avversari, ma c’è pur sempre la maledizione di un personaggio che spesso al cinema fa flop. Ma se lo sguardo immaginifico di Garrone incontra le parole di Collodi e la follia di Benigni (stavolta Geppetto) può davvero accadere qualcosa di straordinario.

Esce il: 19

2. RITRATTO DELLA GIOVANE IN FIAMME

Sguardi rubati e domande sospese: e un amore che vive solo nel ricordo. E in un dipinto. Nel ‘700 la passione proibita tra una pittrice e la sua modella. Più che la condizione femminile qui conta la verità dell’immagine: quella che insegue la protagonista. E quella che cerca la regista (che il 14 sarà a Parma).

Esce il: 19

3. STAR WARS-L’ASCESA DI SKYWALKER

Non fosse altro perché è il capitolo “finale”: e la chiamata alle armi è per tutti, nessuno escluso. La saga che era iniziata quando eravamo bambini si chiude 42 anni dopo chiedendo alla nostra maturità e ai nostri capelli grigi di crederci ancora una volta.

Esce il: 19

4. IL PARADISO PROBABILMENTE

Tutto il mondo è paese: con le sue assurdità, i suoi paradossi, i suoi limiti. Novello Jacques Tati con molto anche di Buster Keaton, Elia Suleiman esporta il suo stupore e smarrimento in giro qui e là dall’oceano. In un disagio che olttre a essere comico è sempre anche “politico”.

Esce il: 5

5. LA DEA FORTUNA

Una terrazza dove si fa festa e si balla sotto la pioggia, gli amici, Mina che canta, Accorsi, Serra, l’amore, la vita che torna: potrebbe esserci tutto il meglio dela poetica di Ozpetek in questo film in cui il regista turco sembra tornare, dopo prove opache, alla sua comfort zone. Con uno sguardo di fiducia, anche nel dolore.

Esce il: 19

6. DIO E’ DONNA E SI CHIAMA PETRUNYA

Scandalo in Macedonia: alla cerimonia religiosa una donna si lancia nel fiume e afferra per prima la croce. Un onore che spetta solo agli uomini… Al di là del #metoo e lontano dalle questioni di genere, un film che, in unità di tempo e di spazio, riflette con ironia sulla condizione femminile e sulla consapevolezza di sè.

Esce il: 12

7. CENA CON DELITTO

Un omaggio ai classici di Agatha Christie con Daniel Craig che smette lo smoking da 007 e indossa l’outfit del detective. Uno scrittore di gialli viene trovato morto: tutti i suoi familiari hanno un movente per farlo fuori. Ma chi è stato veramente? Una scatenata messa in scena corale dove niente è come sembra.

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Meglio Solo che male accompagnato: ma l’impero non colpisce più

Affidereste a Richie Cunningham il destino della vostra saga preferita? D'accordo, meglio Solo  che male accompagnato,  ma in questa galassia di proposte (e produzioni) stellari a getto continuo, nel caotico rewind di una mitologia che cerca di rinnovarsi voltandosi indietro, stavolta era lecito aspettarsi di più: lo meritava il personaggio, lo meritava il pubblico. L'impero però non colpisce più: e lo spin off di Ron Howard su Han Solo, l'eroe romantico e insubordinato (che diede fama e fortuna a Harrison Ford) di <Star Wars>, pure se spettacolare e divertente, si ferma alla superficie, alla curiosità, ma manca quasi totalmente di drammaturgia. Anche se i fan avranno la loro bella soddisfazione: scopriranno infatti l'origine del cognome del protagonista, ma anche come ha conosciuto il mitico Chewbecca... Insomma, gli ingredienti ci sono: è che il solito, avventuroso,  mix di azione e ironia lascia un po' il tempo che trova. Rivisitata la saga con spirito old fashion e attenzione ai generi classici (l'attacco al treno e il finale richiamano il western, la missione invece l'heist movie), Howard si destreggia tra sparatorie, salti nel vuoto e combattimenti corpo a corpo; per dirla con un francesismo si cazzeggia molto: e i dolori del giovane Han restano in secondo piano. Sciapo, poco carismatico nella costruzione, <Solo>, si gioca comunque la carta della simpatia: per fare fuoco e fiamme al botteghino sarà certamente sufficiente.

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Che la forza sia con noi: Star Wars-Gli ultimi Jedi

<E' così che vinceremo: non combattendo ciò che odiamo, ma salvando ciò che amiamo>.

Nella ricerca, a volte vana, del proprio posto nel mondo, di una risposta alle domande che risposta non hanno, chi viene dal niente (ed è niente) decide che è tempo di essere qualcosa. E interroga l'immagine riflessa nello specchio, sapendo che non c'è riuscita dove non c'è fallimento (<il più grande maestro>), non c'è luce, fiamma, dove non c'è anche buio, disperazione. Ci vuole coraggio a confrontarsi con l'epica di <Star Wars>, col suo mito che è già mitologia: ci vuole coraggio (e <forza> ovviamente, e follia) anche se è lo stesso <Star Wars> a farlo, a provarci. Un film che guarda a se stesso, confrontandosi col peso (forse ormai insopportabile) della propria leggenda: senza paura di liberarsi delle favole (e dei successi) di un tempo per riaccendere davvero la scintilla, gettare un nuovo seme, dare vita (emblematica l'ultima sequenza) a un'altra generazione di ribelli. A 40 anni tondi tondi dall'originale – un caso sociale, di costume, oltre che cinematografico – l'episodio VIII di <Guerre stellari> non ha paura di gettarsi ancora nella mischia, nella battaglia: consapevole che, nemmeno stavolta, il sacrificio sarà vano.

Mentre il Primo Ordine dà la caccia in ogni angolo della galassia ai pochi ribelli superstiti, Rey cerca di convincere Luke Skywalker a unirsi alla lotta: ma il cavaliere Jedi, che ormai vive isolato da tutto, non sembra sentire ragioni...

Scontri spaziali, inseguimenti vertiginosi, animali fantastici, missioni impossibili: spettacolare, potente, ricco di colpi di scena, <Star Wars: Gli ultimi Jedi> riesce a restare in equilibrio tra le due anime della pellicola, quella più avventurosa spettacolare (venata anche da un'ironia che forse non piacerà ai puristi) e l'altra, più introspettiva, interiore, sulla riscoperta di una fede mai forse davvero smarrita, sull'ostinazione nel cercare una speranza quando non c'è più nemmeno quella. E se non tutto è allineato (la casa di Skywalker che sembra un trullo nemmeno abitasse ad Alberobello, il cattivissimo di digitale e forzata deformità, il farabutto versione Del Toro...), nel necessario commiato dei personaggi iconici (invecchiato e un po' imbolsito, Mark Hamill regge però buona parte del film sulle sue spalle) brillano umanissimi eroi giovani e belli. Il futuro, oltre che in quelle del regista Rian Johnson, è nelle loro mani: le premesse ci indicano che sapranno farne buono uso. E che per quanto la fine non sarà mai tale (il capitolo conclusivo è fissato per il 2019, ma sembra già pronto a ripartire un nuovo ciclo), la saga starà sempre dalla parte giusta: quella dei perseguitati e degli oppressi.

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Filiberto Molossi Filiberto Molossi

Il cinema che verrà: ecco i voti ai listini. Chi è la regina del mercato?

Prima della notte (rosa), a Riccione svelato il cinema che verrà: presentati i listini,  le case di distribuzione a Cinè hanno tolto il sipario ai film del prossimo semestre e oltre. Ma chi è la regina del mercato? Chi - in termini di qualità (per gli incassi rivolgersi a Nostradamus...) - almeno in teoria ha in mano le carte migliori? A freddo, abbiamo passato in rassegna 20 case di distribuzione, tra film - sulla carta - da non perdere e da evitare: ecco i nostri voti.

01

Grandi autori, italiani super ed esordienti di lusso: poi, come sempre, di tutto un po'. Cartellone tosto: da Spielberg (con Tom Hanks giornalista) al nuovo di Clooney in stile Coen, passando per la bellissima favola di Todd Haynes. Molte aspettative dai nuovi di Garrone su er Canaro e di Martone. I Taviani rileggono Fenoglio, Virzì fa l'americano e va a Venezia. Jackal e Manetti anche no, si punta su Valerian (mah...) per fare cassa: ma la scommessa è il debutto alla regia di Mastandrea.

Da non perdere: Dogman

Da evitare: Brutti e cattivi

Il successo del primo semestre: Mister felicità (10.178715 euro)

VOTO: 7,5

 

ACADEMY TW0

Nel segno della qualità, come sempre. Da Cannes hanno pescato bene: bellissimo Loveless, una grande scoperta (anche sea livello commerciale non è una passeggiata) A Ciambra. Ozon non mi ha convinto, ma è comunque un titolo intrigante.

Da non perdere: Loveless

Da evitare: The party

VOTO: 7-

 

ADLER

Listino trasversale, che sembra stare insieme un po' a fatica: ma The mercy con Colin Firth navigatore in solitaria può funzionare, così come Muse, il nuovo horror di atmosfera di Balaguerò. Si punta forte sull'animazione: prima con Monster family, poi con Zanna bianca.

Da non perdere: The mercy

Da evitare: The midnight man

Il successo del primo semestre: The circle (2.059.118)

VOTO: 6+

 

BIM

Standard sempre elevato per chi ha incassi da Europa League ma spesso mette a segno colpi da Champions. The silent man e Kings (fatelo uscire lontano da Detroit)  promettono molto bene, così come incuriosisce Il senso di una fine. Il commovente Breathe potrebbe incassare, ma non mi viene voglia di vederlo, Children act sembra un po' a tesi, Una famiglia è un rischio. La Kruger del vendicativo In the fade vale il prezzo del biglietto. Ma l'asso nella manica potrebbe essere The old man and the gun con Redford e Casey Affleck.

Da non perdere: The silent man

Da evitare: Appuntamento al parco

Il successo del primo semestre: Il medico di campagna (937.537)

VOTO: 7+

 

CINEMA

I titoli di Cannes - Il mio Godard, Happy end e L'intrusa - non spaccano: la perla piuttosto è The big sick di cui in Usa tutti parlano bene. Fiding your feet ha un target da terza età (così come Il palazzo del vicerè), La ragazza del punk innamorato (ancora da Cannes) mira invece ai giovani. Si parla bene della Denis e Lelio (con Disobedience) sembra una certezza. On Chesil beach potrebbe essere la sorpresa positiva.

Da non perdere: The big sick

Da evitare: Racine

Il successo del primo semestre: Paterson (834.825)

VOTO: 6/7

 

EAGLE

Listino tendente al minestrone ma con alcuni ingredienti ottimi: Detroit, ad esempio, sembra fortissimo e Paddington 2 può ripetere le fortune del primo. Il resto fa molto cinema di genere, ma Come ti ammazzo il bodyguard potrebbe essere divertente.

Da non perdere: Detroit

Da evitare: Open water 3

Il successo del primo semestre: Lion (4.120.941)

VOTO: 6,5

 

LUCKY RED

Festeggiano 30 anni e lo fanno in grande stile: a partire da Borg McEnroe, che sull'onda di Rush non vedIamo l'ora di vederlo. Poi ci sono Dolan, Woody Allen e un Soderbergh action comedy per Natale. Di Una donna fantastica si dice benissimo e A prayer before dawn sembra fisico e cattivo. Nascosto, un po' come se si fossero pentiti ad averlo acquistato, The killing of a sacred deer: ma buono assai anche quello. Per i nostalgici infine, Mazinga Z.

Da non perdere: La mia vita con John F. Donovan

Da evitare: Maria by Callas

Il successo del primo semestre: Una famiglia all'improvviso (6.373.827)

VOTO: 8

 

MEDUSA

Listino Made in Italy come recita il titolo del film che sta girando Ligabue: in attesa del messia Zalone, salvatore degli incassi, si cerca di far ridere a ogni costo. Salemme, Vanzina, Neri Parenti etc etc: mah... Incuriosisce Genovese, che in line up di film ne ha ben due, mentre Servillo ispettore ne La ragazza della nebbia sulle prime non trascina.

Da non perdere: Made in Italy

Da evitare: Vengo anch'io

Il successo del primo semestre: L'ora legale (10.344.473)

VOTO: 5

 

NOTORIOUS

Scelte piuttosto commerciali: anche se l'ennesimo film su Pablo Escobar (con Bardem e la Cruz, fuori concorso a Venezia) sembra un buon asso. Per il resto occorre aspettare fine novembre per L'uomo che inventò il Natale. Il contagio è la scommessa (non facile da vincere), La fratellanza un prison con qualche ambizione.

Da non perdere: Pablo Escobar

Da evitare: Nonno questa volta è guerra!

Il successo del primo semestre: Sleepless (831.771)

VOTO: 5/6

 

TEODORA

Pochi ma buoni: da Cannes si sono portati via il palmares con The Square e 120 battiti al minuto. Ma si è parlato bene anche de L'atelier. Sul resto occhi puntati a Lean on Pete, dell'Andrew Haigh di 45 anni, in gara a Venezia.

Da non perdere: The Square

Da evitare:  Bye bye Germany

Il successo del primo semestre: Adorabile nemica (302.220)

VOTO:  7

 

WALT DISNEY

Se non sono blockbuster non li vogliono: Cars 3 e Coco sono le punte dell'animazione, poi si prosegue col nuovo Thor e si cerca di conquistare il Natale con Star Wars, chiamato a riscattare i musi lunghi dei fan dopo il primo episodio dell'ultima trilogia. Tra effetti e fascinazioni afro, a febbraio invece ecco Black panther. Pezzi da 90: che si spera non si rivelino colossi dai piedi d'argilla.

Da non perdere: Star Wars: Gli ultimi Jedi

Da evitare: Thor: Ragnarok

Il successo del primo semestre: La bella e la bestia (20.462.733)

VOTO: 6,5

 

20TH CENTURY FOX

Hanno portato la banda: e non senza ragione. I 12 minuti mostrati in anteprima di Downsizing, con Matt Damon formato mignon, hanno acceso una curiosità enorme, e Tre cartelli fuori Ebbing, Missouri ha una Mcdormand da nomination: entrambi saranno a Venezia. In attesa di chiudere la trilogia del Pianeta delle scimmie arruolano schiere di stravaganti supereroi: i new mutants di X-men, il sequel di Deadpool, persino Capitan Mutanda. Fortissimi The great showman e La battaglia dei sessi (ancora tennis), meno forse il survivor Il domani tra di noi e Gifted. Ma chi direbbe no a un Natale a bordo dell'Orient express?

Da non perdere: Downsizing

Da evitare: Fottute!

Il successo del primo semestre: Baby Boss (6.774.713)

VOTO: 8+

 

UNIVERSAL

Atomica bionda non è la partenza cool che ci aspettavamo: ma l'autunno sarà caldo con titoli come Barry Seal, L'inganno e L'uomo di neve. Victoria e Abdul può diventare un nuovo A spasso con Daisy ma la macchia (targata Filmauro) di un film di Natale non originale ma rimpasto di montaggio di tutte le Vacanze già viste ha fatto della Universal il bersaglio di molti: si consolerà coi soldi che incasserà il solito 50 sfmature e magari con l'interpretazione monstre di Oldman/Churchill. L'asso nella manica però è il segretissimo progetto di Paolo Sorrentino su Berlusconi: lo vedremo a Cannes?

Da non perdere: Loro

Da evitare: Super vacanze di Natale

Il successo del primo semestre: Cinquanta sfumature di nero (14.865.580)

VOTO: 7

 

VIDEA

Soldini con la Golino cieca e innamorata è a Venezia ma fuori concorso, mentre The wife ha forse qualcosa di troppo simile a Big eyes. E chi ha visto L'uomo dal cuore di ferro non ne parla troppo bene. Nemmeno l'animazione - il napoletano Gatta Cenerentola e Leo Da Vinci - impressiona: ma il von Trier di The house that Jack built è merce pregiata.

Da non perdere: The house that Jack built

Da evitare: Leo da Vinci

Il successo del primo semestre: Ballerina (4.297.552)

VOTO: 6

 

WARNER BROS

Due titoli da capogiro come il sequel di Blade runner e Dunkirk, ma anche Baby driver è un ottimo prodotto e potrebbe sfondare. It per chi vuole avere paura, Justice League per un all star di super eroi. Poi molte cose per fare cassa: dal solito teen strappalacrime Noi siamo tutto, ai ritorni della Lego e di Poveri ma ricchi. Il nuovo Jumanji sembra divertente, gli italiani altalenanti.

Da non perdere: Blade runner 2049

Da evitare: Emoji

Il successo del primo semestre: Collateral beauty (9.454.852)

VOTO: 7+

 

VISION

La neonata casa di distribuzione non scalda immediatamente i cuori: Monolith, Il premio e Nove lune e mezza non ci fanno urlare di gioia. Ma Sono tornato con Mussolini ai tempi nostri potrebbe rivelarsi un vero film-caso.

Da non perdere: Sono tornato

Da evitare: Nove lune e mezza

VOTO: 5,5

 

TUCKER

Pochissime cose, ma scelte con cura: il film di Comodin arriva adesso in sala (non proprio il periodo migliore), Easy ad agosto: ma quello su cui puntare è The net, ilfilm bello e esemplare di Kim Ki-duk che portano nei cinema un anno dopo la prima veneziana.

Da non perdere: The net

VOTO: 6

 

KOCH

Moccia, animazione, un film fast ma chissà se anche furious. E Noomi Rapace che fa - da sola -  sette sorelle. Dobbiamo essere inceri? Non ci avete convinto.

Da non perdere: Monday

Da evitare: Jukai - la foresta dei suicidi

Il successo del primo semestre: The bye bye man (612.128)

VOTO: 5

 

OFFICINE UBU

Un paio di dramedy sulla carta interssanti come Quel che ci unisce e L'amore irreversibile: Un marito in due e Sergio e Sergej, per il 2018, invece potrebbero essere da prendere con le molle. Dubbi ciraneschi anche per Un profilo per due, che esce il 31 agosto.

Da non perdere: L'amore irreversibile

Da evitare: Un marito in due

Il successo del primo semestre: Un re allo sbando (203.773)

VOTO: 6-

 

I WONDER

Puntano moltissimo su Due sotto il burqa, ma l'uscita natalizia non è detto che aiuti. Per le famiglie c'è La principessa e l'aquila, mentre Dopo la guerra era l'italiano più debole di Cannes. A parte i doc evento, c'è poi la farsa politica Death of Stalin. Manca l'asso: e qualche carta vestita.

Da non perdere: Faithfull

Da evitare: Dopo la guerra

Il successo del primo semestre: Le stagioni di Louise (48.028)

VOTO: 5

 

 

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