Lady Bird, la vita dalla parte sbagliata dei binari
E' un film sull'età di passaggio, sull'approdo alla maturità, sull'avventura (e la difficoltà) di crescere, tra molte prime volte (che sono sempre un casino), amiche del cuore, la patente da prendere, ma anche quelle domeniche pomeriggio passate a visitare case che non potrai mai permetterti. Sta lì, <Lady Bird>: in quel sentirsi sempre inadeguate, fuori posto, intrappolate in un destino scritto da qualcun altro. In quell'essere differenti e scoprirsi deluse, che passi una vita a scappare forse solo per avere un giorno nostalgia di quello che hai lasciato.
Tra le voci più autorevoli del cinema indipendente (prima solo come attrice e sceneggiatrice, adesso anche in qualità di acclamata autrice), Greta Gerwig mette molto di se stessa nella sua opera seconda, ambientata a Sacramento - <il Midwest della California> - negli anni in cui anche lei, oggi 35enne, era una ragazzina.
Christine (una bravissima Saoirse Ronan) si fa chiamare Lady Bird, dà la mano quando si presenta, sogna un futuro nella East Coast: ma il padre ha appena perso il lavoro e farsi capire da sua madre non è certo una passeggiata...
La scuola cattolica, il teatro, i primi ragazzi, il ballo di fine anno, le canzoni di Alanis Morissette e <Jim Morrison chi?>: quinta donna nella storia a essere candidata come miglior regista agli Oscar (il film, che ha già vinto due Golden Globes, tra cui quello per la migliore commedia dell'anno, conta 5 nomination pesanti), la Gerwig racconta com'è la vita e come ci si sente <dalla parte sbagliata dei binari>, dimostrando un empatico talento nel raccontare gli sgambetti e i crocevia della normalità, nell'età inquieta in cui è più difficile accettare le proprie e le altrui imperfezioni. Ma si è ancora giusto in tempo per comprendere chi si è veramente.