Mon roi: le conseguenze dell'amore (fou)
Lui è un cazzaro di proporzioni bibliche, il <re degli idioti> (parole sue), inaffidabile, cialtrone, sempre in pista: insomma, praticamente irresistibile... Tanto che lei ci casca senza nemmeno passare dal via. Ma le conseguenze dell'amore sono spesso (im)prevedibili: che vai in clinica per un ginocchio rotto e poi scopri che a essere a pezzi invece è il cuore. La riabilitazione dei sentimenti e le dolorose fratture del desiderio in <Mon roi>, che parte bene ma poi, quando volano gli stracci (dai baci ai tranquillanti il passo è breve), rischia di deragliare con masochistica prevedibilità come la relazione che racconta.
Diretta con l'abituale stile energico e vitale dalla 39enne Maiwenn (di cui abbiamo preferito il precedente <Polisse>), la pellicola ha un bel piglio informale, sa essere brillante e autentica e, complici dialoghi non privi di pepe, a tratti pirotecnici, srotola in flashback la love story sopra le righe, esaltante e autodistruttiva, tra Tony (Emmanuelle Bercot, miglior attrice a Cannes ad ex aequo con la Rooney Mara di Carol) e Georgio (Vincent Cassel).
Un po' facile nell'assunto (la ricostruzione fisica come metafora di una guarigione morale), <Mon roi> ha le carte in regola per raccontare l'impossibilità di stare insieme così come anche lontani, ma molto sa di già visto. Resta notevole però l'alchimia degli interpreti, straripanti.